Doha per l'accordo globale sul clima del 2015
In occasione della conferenza di Doha, i ministri discuteranno e pianificheranno le attività da realizzare nel quadro dei due filoni stabiliti dalla piattaforma di Durban. Essa prevede, innanzitutto, l'adozione entro il 2015, di un nuovo accordo sul clima giuridicamente vincolante e applicabile a tutti i paesi, con entrata in vigore nel 2020 e, in secondo luogo, propone di individuare ulteriori misure per ridurre le emissioni globali prima del 2020, volte a limitare il riscaldamento globale. L'obiettivo dell'Unione europea mira a un risultato che tenga conto sia del pacchetto di decisioni concordate a Durban che della partecipazione dell'UE a una seconda fase del protocollo di Kyoto.
In particolare, l'UE preme affinché tutti i paesi si impegnino per raggiungere gli obiettivi stabiliti per la riduzione e limitazione delle emissioni entro il 2020 e, che a Doha si compiano progressi per la nascita di ulteriori iniziative e partenariati per la cooperazione internazionale su materie come l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, le sovvenzioni per i combustibili fossili, la deforestazione e il degrado delle foreste, gli inquinanti atmosferici di breve durata e i gas fluorurati, rispetto alle quali la Commissione europea ha recentemente proposto un inasprimento della sua legislazione.
La Commissaria responsabile per l’Azione per il clima Connie Hedegaard, ha dichiarato: “Doha deve ripartire dai progressi raggiunti a Durban e far progredire i lavori preparatori per giungere a un accordo globale sul clima giuridicamente vincolante entro il 2015. Sarà altrettanto importante accordarsi sulle future misure di riduzione delle emissioni intese a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C. L’UE sta tenendo fede all’impegno di partecipare a una seconda fase del protocollo di Kyoto e di continuare a sostenere con importanti mezzi finanziari le iniziative dei diversi paesi contro i cambiamenti climatici. La conferenza di Doha prenderà spunto dal recente rapporto della Banca mondiale e dal rapporto dell’UNEP sul divario delle emissioni, da cui emerge chiaramente che il mondo sta perdendo tempo prezioso”.
Inoltre, il Ministro dell’agricoltura, delle risorse naturali e dell’ambiente di Cipro, Sofoclis Aletraris, che è attualmente alla guida della presidenza del Consiglio dell’UE, ha precisato: “L’UE riconosce pienamente l’importanza di aiutare i paesi in via di sviluppo vulnerabili a rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici consentendo loro di adattarvisi. Siamo pronti a discutere con i paesi partner in via di sviluppo delle idee concrete per contrastare le perdite legate ai cambiamenti climatici e i contraccolpi subiti in termini economici e di condizioni di vita. Confidiamo inoltre che il gruppo di lavoro sull’azione cooperativa a lungo termine raggiunga risultati tangibili e che siano reperite sedi adeguate per proseguire il dibattito sulle questioni ancora in sospeso”.
Alla conferenza di Doha l’UE si confermerà il primo fornitore mondiale di assistenza ai paesi emergenti in termini di aiuti allo sviluppo e di finanziamenti legati ai cambiamenti climatici. Nonostante la crisi economica risulta infatti che l'Unione e i suoi Stati membri, nel quadro dell'impegno di finanziamento rapido, abbiano già erogato 7,14 miliardi di euro in favore dei paesi in via di sviluppo, mostrando di essere in linea con la tabella di marcia stabilita per l’erogazione dei finanziamenti per il clima per il periodo 2010-2012. In occasione della conferenza di Doha l'Unione discuterà circa la futura gestione dei principali flussi di finanziamento per il clima 2013-2014 ribadendo il proprio impegno a sostegno delle politiche climatiche, attraverso l'aumento dei finanziamenti in favore dei paesi in via di sviluppo per la mitigazione delle emissioni e per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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