Global Board Ready Women: 8000 candidate eccellenti
La gestione della nuova risorsa informativa è stata affidata al Financial Times Non-Executive Director's Club attraverso la piattaforma Linkedin. L'iscrizione al Global Board Ready Women è aperta a tutte le donne che possiedono le qualifiche per ricoprire incarichi di alta dirigenza nelle società quotate in borsa e che soddisfano una serie di rigorosi criteri definiti dalle stesse società. La condizione minima per poter essere inserite nella banca dati è avere rivestito per almeno 5 anni uno degli incarichi compresi in una lista appositamente compilata, tra cui figurano ruoli manageriali quali amministratore delegato, imprenditore, direttore di enti pubblici o no profit. Le professioniste iscritte devono poi superare una selezione formale, applicata in maniera identica anche ai membri e alle ex allieve delle business school e delle organizzazioni professionali che hanno collaborato al progetto.
Viviane Reding, Commissaria per la Giustizia e Vicepresidente della Commissione europea ha dichiarato: "Per rilanciare l’economia europea dobbiamo sfruttare tutti i talenti della nostra società. Ecco perché la Commissione europea ha proposto una normativa UE che riequilibra la rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione. Sento spesso dire che le donne non sono abbastanza qualificate per diventare top manager. L’iniziativa delle business school europee e mondiali prova giusto il contrario: si tratta solo di sfatare il mito e abbattere il soffitto di cristallo! Il Global Board Ready Women ci dice appunto che le potenziali top manager sono numerose: ben 8 000. Sta ora alle imprese attingere a questa riserva di talenti inutilizzata".
La creazione del Global Board Ready Women si inserisce all'interno delle iniziative sponsorizzate della Commissione europea per la promozione del raggiungimento delle pari opportunità tra donne e uomini nell'ambito lavorativo. In Europa è attestata una forte prevalenza maschile nei consigli di amministrazione, come testimonia una relazione della Commissione del marzo 2012. Le disparità tra paesi diversi sono inoltre molto rilevanti: la presenza di donne nei consigli di amministrazione è superiore al 25% in Finlandia e in Lettonia, mente a Malta e a Cipro non raggiunge neppure il 5%. Per questo nel novembre 2012 la Commissione ha presentato una proposta legislativa finalizzata alla promozione dell'equilibrio di genere ai vertici delle aziende, nel perseguimento dei criteri del merito e delle qualifiche. L'iniziativa intende porre l'obbiettivo minimo del raggiungimento, entro il 2020, del 40%di amministratori esecutivi donna all'interno delle società quotate in borsa, da attuarsi mediante lo stabilimento da parte delle aziende stesse di obiettivi interni, sviluppandone così la capacità di autoregolamentazione.
nella foto: Viviane Reding, Commissaria per la Giustizia e Vicepresidente della Commissione europea
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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