Confagricoltura triveneta sul futuro di vino e ortofrutta
Per quanto riguarda il vino, è stata manifestata preoccupazione per la radicalità delle proposte che riguardano la nuova OCM e che, cercando un riequilibrio fra domanda ed offerta del prodotto, sono dirette ad estirpare 400 mila ettari di vigneto in 5 anni, con una spesa di quasi 2,5 miliardi di euro. Inoltre, la prevista semplificazione dell'attuale sistema di classificazione dei vini, giudicato dall'Unione Europea troppo complesso per orientare correttamente il consumatore e da rivedere in base alle scelte effettuate in proposito dai Paesi extraeuropei concorrenti, rischia, a giudizio di Confagricoltura, di determinare una banalizzazione ed un appiattimento della varietà della nostra offerta. Anche l'ipotizzata liberalizzazione della produzione attraverso l'abolizione dei diritti di impianto, da sola non dà garanzie di una maggiore valorizzazione del prodotto. Positivo, invece, è stato il giudizio espresso sulla possibilità di incentivare la ristrutturazione e la riconversione verso i vitigni più richiesti dal mercato.
Meno discutibili, invece, le proposte fino ad ora avanzate per la nuova Organizzazione Comune di Mercato del comparto ortofrutta, tendenti a confermare la disciplina attuale correggendo eventualmente alcuni aspetti che non hanno funzionato a dovere. In particolare, si vuole perseguire ancora l'obiettivo dell'aggregazione dell'offerta rilanciando le Organizzazioni di Prodotto e promuovere grandi campagne per aumentare i consumi, aspetto, quest'ultimo, particolarmente gradito da Confagricoltura. Apprezzabile anche sul piano morale, infine, il tentativo che l'Unione Europea sembra intenzionata ad effettuare per destinare anche a scopi umanitari la produzione eccedente anziché avviarla alla distillazione.