Riforma della protezione dei dati nell’UE
La riforma prevede l'istituzione in ogni Stato membro di un'unica autorità nazionale per la protezione dei dati alla quale faranno riferimento imprese e organizzazioni. Le autorità nazionali indipendenti godranno di maggiori poteri e le nuove disposizioni disciplineranno anche la protezione dei dati in ambito penale e il trasferimento dei dati sia a livello nazionale che transfrontaliero. Una migliore applicazione delle normative europee sarà garantita da ulteriori provvedimenti che consentiranno alle autorità di stabilire autonomamente sanzioni economiche per le imprese che violeranno la direttiva.
Grazie all'applicazione del "diritto alla portabilità dei dati" verrà semplificato l'accesso e il trasferimento dei dati stessi. Invece, per quanto riguarda la tutela dei dati online, il "diritto all'oblio" consentirà a chiunque di cancellarli nel caso in cui non vi siano motivazioni contrarie legittime. Le norme stabilite dalla nuova direttiva saranno applicabili anche ai dati personali trattati da imprese estere che offrono servizi ai cittadini dell'Unione.
La proposta di riforma nasce come conseguenza delle difficoltà nell'implementazione della direttiva del 1995. Fino ad oggi, infatti, a livello comunitario gli Stati membri hanno gestito il trattamento dei dati personali in modalità differenti e divergenti da quanto previsto dalle normative. In questo quadro, la riforma della direttiva intende uniformare le procedure di trattamento dei dati e migliorarne la gestione in modo da garantire una maggiore tutela della privacy e delle informazioni personali.
Con la direttiva generale sulla protezione dei dati, nel 1995, l’Unione aveva fornito un primo strumento per la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, con particolare attenzione ai dati di carattere personale e alla loro circolazione, che nel tempo è stato rafforzato dall'introduzione di normative a favore della protezione dei dati nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria e in tutela della vita privata e delle informazioni elettroniche. Ma questi strumenti si sono rivelati insufficienti e già il 4 novembre 2010 la Commissione aveva avviato una consultazione pubblica per la revisione della direttiva in vigore, che ha portato alla proposta di realizzazione di una nuova strategia volta a rafforzare le norme esistenti ed estendere la protezione dei dati personali a tutti i settori con il duplice obiettivo di assicurarne la libera circolazione in tutta l'Unione e di ridurre gli ostacoli burocratici per la loro gestione per le imprese.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea