Carne cavallo: tolti 200 prodotti in 24 Paesi. Un mld danni
La contaminazione della carne di cavallo - sottolinea la Coldiretti - è stata scoperta praticamente in tutte le diverse tipologie di prodotti trasformati a base di carne di manzo dalle lasagne ai tortellini, dai ravioli ai cannelloni, dagli hamburger alle polpette, dal kebab alla moussaka fino al goulash. Una dimostrazione dell’evidente, grave ritardo della legislazione comunitaria nel garantire la trasparenza degli scambi commerciali, con ad esempio l’estensione a tutti i prodotti dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta, che ha favorito il moltiplicarsi degli allarmi a tavola provenienti dalle diverse parti del mondo. Si tratta infatti - afferma la Coldiretti - solo dell’ultimo scandalo alimentare che ha segnato l'inizio del secolo: dalla mucca pazza all'aviaria dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, dalla mozzarella blu al batterio killer nei germogli di soia fino alla carne di cavallo nei ravioli.
L'emergenza mucca pazza del 2001 - sostiene la Coldiretti - è quella che ha più segnato la filiera alimentare e, tra maggiori oneri dovuti a controlli, prodotti distrutti e calo dei consumi ha causato una perdita solo in Italia di 2 miliardi, seguita dal 2003 dall'allarme aviaria che è costata 500 milioni. Nel 2008 è stata invece la volta della carne alla diossina, a seguito della contaminazione nei mangimi, e del latte alla melamina in Cina. Due anni più tardi (2010) è arrivata la mozzarella blu a spaventare i consumatori, mentre nell'estate del 2011 è comparso il batterio killer E.coli che fece salire ingiustamente i cetrioli sul banco degli imputati. Va ricordato anche nel 1986 lo scandalo del vino al metanolo dal qual partì un processo di qualificazione che ha consentito al Made in Italy di conquistare primati nel mondo.
Lo scandalo della carne di cavallo ha messo in evidenza - sottolinea la Coldiretti - l’esistenza di un giro vorticoso di partite di carne che si spostano da un capo all’altro dell’Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti. Un meccanismo che - precisa la Coldiretti - rende difficile risalire all’origine delle contaminazioni sia per le multinazionali che per le piccole aziende, che dovrebbero invece valutare concretamente l’opportunità di risparmiare sui trasporti per acquistare prodotti locali che offrono maggiori garanzie di qualità e sicurezza alimentare. Sono aumentati del 37 per cento gli italiani che verificano la provenienza degli alimenti da mettere nel carrello di fronte alle rincorrersi delle emergenze alimentari, secondo una indagine Coldiretti/Swg dalla quale si evidenzia che il 47 per cento degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali che offrono una maggiore garanzia nei confronti delle frodi favorite dai lunghi trasporti e dalle troppe intermediazioni nel commercio dei prodotti alimentari come dimostra lo scandalo della carne di cavallo. Secondo l’indagine Coldiretti/Swg ben il 65 per cento degli italiani si sente garantito da un marchio degli agricoltori italiani, il 16 per cento da quello della distribuzione commerciale e appena il 9 per cento da uno industriale.
Fonte: Coldiretti