Marzo è appena nato. La luce dell’alba è via via più precoce, quasi insistente, nel voler rischiarare il buio della notte appena trascorsa.

Marzo è foriero di nuova linfa che scorre, di orizzonti sempre più chiari, di nuovi pensieri.

Marzo porta con sé ed in sé un sentire nuovo, un cambiamento, una evoluzione, una rivoluzione.

A Marzo c’è l’Otto Marzo.

E in questa giornata rendiamo onore e memoria alle migliaia di donne che hanno lottato, sacrificato, vinto, perduto, sperato, immaginato, compreso, pianto, vissuto; donne di tutte le età e di tante provenienze, con le tasche e il cuore pieni di speranza, rabbia, entusiasmo.

Hanno lottato per darci un mondo migliore, vivibile senza discriminazioni, senza distinguo.

Accomunate dal talento di essere donna, dalla consapevolezza che la diversità di genere serve a creare uguaglianza, rispetto. Donne vere, coraggiose, autorevoli nella loro semplicità, donne per cui la tutela dei diritti valeva quanto la loro esistenza.

Per queste donne che ci hanno aperto la strada dell’emancipazione, della consapevolezza dei diritti, dell’essere persone e non oggetti, noi oggi dobbiamo un pensiero, un saluto, un abbraccio, un ringraziamento.

E anche, e soprattutto a nome di queste donne, ne salutiamo altre.

Sono le donne che un femminicidio senza tregua sta uccidendo, massacrando, nel vortice di un vento che infuria senza trovare ostacoli e che nessuno sembra in grado di fermare.

E non riusciamo più a chiederci nemmeno il perchè.

Ma esiste davvero una spiegazione ai tanti ormai troppi uomini, mariti, amanti, padri, fratelli, che armano la loro mano e uccidono senza pietà?

Ed esisterà mai una pacificazione dell’anima per i tanti ormai troppi bambini che assistono innocenti e impotenti a questi orrendi delitti?

E il nostro cuore si riempie di disperazione, di dolore rabbioso, di impotenza, di paura, di struggimento.

Morire per rivendicare una scelta, difendere un’appartenenza, tutelare un diritto è come morire in guerra.

Ma questa è una guerra ìmpari da cui non esiste difesa alcuna.

Le mani nude, nulla possono contro braccia furiose che ti fanno scricchiolare il collo, che ti sbriciolano la testa in pezzi, che ti spaccano il cuore con lame come spade.

Nulla ferma questa furia violenta e assassina.

Ma forse sì. E saranno le donne stesse a farlo.

Ricominciando ogni giorno la lotta che pensavano ormai vinta.

Ai loro figli insegneranno, con sempre maggior forza, che l’amore è rispetto, dolcezza, infinita comprensione.

E che l’uomo sarà più forte se avrà nel cuore gioia, serenità, amore, fiducia, rispetto.

E che non ci sarà più bisogno di scomodare i Santi e i Martiri: perché per difendere la libertà, l’unicità, la diversità delle persone, nel calendario delle donne, in ogni giorno dell’anno, sarà sempre scritto “Otto Marzo”.

Cristina De Rossi



nella foto il quadro Frida Kahlo And Her Cat Painting