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Maltempo: in Veneto stravolte le pratiche agronomiche

02/04/2013
Maltempo: in Veneto stravolte le pratiche agronomicheStravolte le pratiche agronomiche nel Nord Est a causa del 60 per cento di pioggia caduto in più rispetto alla media, con punte che vanno dal 150 a 300 per cento nelle aree del triveneto. Posticipate le semine primaverili, le pratiche del diserbo, la concimazione del frumento e la preparazione del letto di semina per colture importanti come le bietole da seme.

Sembra non decollare l’annata agraria – riferisce Coldiretti – i terreni sono freddi e compattati: il peggior modo per iniziare la stagione. Le precipitazioni hanno ritardato le normali operazioni colturali per mais e girasole. Se il raccolto delle barbabietole è compromesso da Venezia a Padova, le piantine di grano rischiano l’asfissia e il marciume dell’apparato radicale. Anche gli ortaggi risentono del maltempo: asparagi in ritardo e coltivazioni di insalata di Lusia già perdute. Si allunga il tempo di maturazione per carciofi e pomodorini. Difficoltà nelle aree pedemontane e collinari a causa degli smottamenti. Il rischio idrogeologico è sempre in agguato non solo per le frane ma anche per gli argini dei fiumi già provati dalle precedenti alluvioni: a Megliadino San Vitale è crollato uno scolo collettore. Tempestivo l’intervento del Consorzio Bonifica Adige Euganeo che ha salvato la campagna dall’esondazione del canale. Nella Bassa Padovana e nel Polesine, dove sono caduti 650 mm , si riscontrano costi energetici raddoppiati nei primi tre mesi del 2013 rispetto allo scorso anno.

Gli enti consortili assicurano la salvaguardia idraulica nel territorio regionale per 1 milione 178 mila ettari, ovvero tutta la pianura e una parte significativa della collina veneta. Di questi ben 538 mila ettari sono a rischio inondazione nel caso di tracimazione dei corsi d’acqua. Il 16% è al di sotto del livello del mare e il 31% sarebbe sicuramente allagato senza il pompaggio delle 317 idrovore.

“Serve un governo del territorio, la semplificazione delle normative, il reperimento e la continuità di risorse economiche per un'efficace politica di prevenzione”– ricorda Coldiretti – l’approccio deve essere scientifico, adeguato alle novità e ai cambiamenti in atto per produrre benefici in termini di sicurezza, ma anche come rilancio occupazionale ed economico.

Fonte: Coldiretti

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