Chiude la Biennale di Teatro e Psichiatria e cala il sipario anche sulla quarta edizione del “Festival internazionale del teatro attivo nel disagio psichiatrico”, la rassegna di spettacoli teatrali che in questi giorni ha portato sulla scena il frutto di alcuni laboratori di teatro–terapia con la presenza di pazienti-attori. La Biennale è stata promossa dall’Azienda ULSS 16 e dall’Azienda Ospedaliera di Padova, in collaborazione con il TPR-CUT (Teatro Popolare di Ricerca–Centro Universitario Teatrale di Padova) e vede il patrocinio e il contributo del Comune di Padova, della Provincia di Padova e della Regione Veneto, e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del Centro Servizio per il Volontariato di Padova. Al Festival hanno partecipato compagnie provenienti dall’italia e dall’estero, confermando il carattere internazionale della manifestazione. Tre le realtà vincitrici del concorso connesso al Festival, dopo attenta valutazione della giuria, che ha riconosciuto, a prescindere dalla resa spettacolare, l’alto profilo etico, civile, culturale e terapeutico di tutti i lavori esaminati. I due premi previsti dalla Biennale e la segnalazione speciale sono stati decisi all’unanimità. Il premio per il miglior spettacolo per l’ arte (qualità, messa in scena e regia) è stato conferito a “Il verbo degli invisibili”, l’esperienza teatrale del VI.TO.(Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura), un progetto del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati) di Roma che, attraverso l’ergoterapia e un laboratorio teatrale, mira a integrare nel tessuto sociale italiano le persone sopravvissute alla tortura e richiedenti asilo politico, specie nella fase iniziale di permanenza in Italia. In particolare, la giuria segnala “la ricchezza delle invenzioni drammaturgiche e registiche, che sanno valorizzare ed esaltare i talenti, a volte naturali, degli attori, ed evocare, pur con una scenografia essenziale, le situazioni più disparate e gli accenti di veritàn cui i riferimenti letterari si incarnano nella realtà autobiografica del gruppo”. Premio per il miglior spettacolo per la cultura, ossia per l’efficacia nel trasmettere un messaggio di sensibilizzazione contro i pregiudizi esistenti intorno alla malattia mentale, è stato assegnato alla compagnia di Mantova Laboratorio Teatrale Rete 180 in concorso con il loro “Di notte a notte fonda”. La giuria ha messo in rilievo “La capacità dello spettacolo di tradurre in linguaggio teatrale e poetico la vulnerabilità, l’ingenuità di tratto. La tenerezza degli attori riesce a stabilire con il pubblico una comunicazione empatica, che spezza il pregiudizio e lo stigma verso la malattia mentale”. La Butterflies Theatre Company dello Sri-Lanka invece si è aggiudicata la segnalazione speciale della giuria per la messa in scena di “The last two minutes”, spettacolo a cui hanno preso parte alcuni sopravvissuti allo tsunami. Motivazione indicata dalla giuria: “la capacità di restituire in leggerezza, mediate dall’evocazione fascinosa dei riti e delle tradizioni culturali del proprio paese, ma con puntuali riferimenti alla realtà odierna, forme di sofferenza psichica che, nel sentire comune, sono considerate marginali rispetto al disoagio di pertinenza psichiatrica”.La Butterflies Theatre Company è stata formata nel 1998, all’interno di un progetto promosso dalla Sunethra Bandaranaike Trust in collaborazione con gli artisti Rohana Devage e Wolfang Stange. Riscossi i primi importanti successi, nel 2000 viene fondata “Sunera Foundation”, con l’intento di favorire, attraverso l’arte, l’integrazione e l’accettazione delle persone diversamente abili nella società dello Sri-Lanka, per migliorarne la qualità di vita. A Claudio Misculin, infine, è andato il riconoscimento speciale “Maurizio Molena” per il lavoro svolto in questi anni all’interno della compagnia “Accademia della Follia” di Trieste. Di Misculin la regia di “Dottor Semmelweis”, spettacolo fuori concorso andato in scena nella giornata conclusiva della Biennale.I vincitori sono stati proclamati nella cerimonia di premiazione di mercoledì 11 ottobre, tenutasi al Multisala Pio X di Padova. La giuria era presieduta da Giuseppe Carucci (psichiatra) e composta da Claudio Facchinelli (giornalista), Nicolò Menniti Ippolito (critico teatrale), Giancarlo Previati (attore) e Lorenzo Rizzato (regista).