L'Europa in campo contro la disoccupazione giovanile
A beneficiarne saranno i giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (detti anche NEET) degli Stati membri che nel 2012 hanno registrato un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Vi rientrano l'Italia, oltre alla Spagna, alla Grecia e al Portogallo.
Il pacchetto nasce dalla convinzione che la disoccupazione rappresenti un problema non soltanto per le persone che ne sono direttamente colpite, ma piuttosto una grave minaccia per la coesione sociale della stessa Unione.
Inoltre, tassi di disoccupazione elevati rappresentano una perdita economica rilevante anche in termini di produzione e gettito fiscale, danneggiando quindi la competitività europea e il suo potenziale.
Per queste ragioni, la Commissione ha proposto quattro diverse iniziative, tutte incentrate sull'integrazione dei giovani nel mercato del lavoro, da implementare nei diversi Stati membri interessati dal pacchetto.
Questi ultimi sono chiamati ad attuare misure per garantire che i giovani fino all'età di 25 anni ricevano un'offerta qualitativamente buona di impiego, di formazione continua, di apprendistato o di tirocinio entro quattro mesi dall'uscita dal ciclo scolastico o dall'inizio del periodo di disoccupazione.
In seguito ai dati allarmanti di gennaio 2013, che registravano una disoccupazione giovanile al 23,6% nell'UE, la Commissione ha voluto quindi stimolare una riflessione e proporre nuovi strumenti per rilanciare l'occupazione giovanile e la mobilità intraeuropea.
Le sue misure aiuteranno anche a raggiungere gli obiettivi previsti da Europa 2020, il progetto decennale per permettere la ripresa dell'economia europea e una nuova crescita sostenibile.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione Europea