Un italiano alla "Shetland Bus Expedition"
Il Team naviga da anni in lungo ed in largo per i mari, per la salvaguardia delle vere tradizioni navali (che non hanno nazionalità, nè confini!) ed ha tra i suoi obiettivi quello di ripercorrere e rivivere rotte, avvenimenti, operazioni e missioni militari, svoltisi in mare (spesso dimenticati o affondati!), per riportarli a galla e alla luce del sole, esaltandone la valenza eroica ed umana. Questo per meglio comprendere ed apprezzare ciò che abbiamo ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto e ciò che siamo chiamati a vivere storicamente, con l’obiettivo di esaltare lo spirito di fratellanza e collaborazione tra i popoli, e perché no, tra le forze militari impegnate oggi per lo più in missioni umanitarie e di pace.
Prendere parte alla spedizione “Shetland Bus” come responsabile della documentazione - continua Malvestio - "ha come obiettivo quello di rivivere, ricordare, commemorare e far conoscere anche all’opinione pubblica, soprattutto alle nuove generazioni, le ardite imprese militari e le memorabili gesta eroiche compiute da semplici uomini e donne durante la seconda Guerra Mondiale. Le loro vite non sono state perse inutilmente, ma hanno contribuito al riconoscimento di quei diritti democratici di cui tutti oggi noi godiamo come cittadini e come membri della Repubblica."
“Alla via così e pale sempre a prora” per tutti i mari della vita!" Questo il suo augurio e saluto.
E questa è la storia della "Shetland Bus Expedition:
Durante la Seconda guerra mondiale alcune navi provenienti dalle isole Shetland fornirono un servizio di soccorso clandestino alla Norvegia occupata dalle truppe della Germania; questa serie di operazioni venne chiamata l'"autobus delle Shetland" ("the Shetland Bus"). Inizialmente si trattò di un gran numero di piccole barche da pesca, ma in seguito si aggiunsero tre sottomarini di fabbricazione statunitense: il Vigra, l'Hitra e l'Hessa. Il sottomarino Hitra è tuttora galleggiante ed è adibito come nave museo. Dall'estate del 1942 il servizio di soccorso venne ufficialmente denominato come Unità navale norvegese indipendente (NOR.N.U.)
I viaggi di attraversamento del Mare del Nord vennero fatti principalmente in inverno per facilitare il raggiungimento della costa norvegese coperti dall'oscurità della notte artica. Ciò significa che gli equipaggi e i passeggeri dovettero sopportare pesantissime condizioni climatiche e di mare, senza luci, con il rischio costante di essere scoperti da aerei o navi tedesche in ricognizione. Vi era inoltre la possibilità di essere catturati mentre compivano la loro missione sulla costa norvegese. Tuttavia, fu subito deciso che il mascheramento sarebbe stato la migliore difesa: le barche vennero camuffate da pescherecci e gli equipaggi da pescatori. L'operazione fu costantemente sotto la minaccia delle forze d'occupazione tedesche, e diverse missioni fallirono: la tragedia di Telavåg è il caso più tristemente conosciuto.
Parecchie barche da pesca andarono perdute nelle prime operazioni, ma dopo l'arrivo dei tre sottomarini, veloci e adeguatamente armati, non ci furono più perdite durante i viaggi.
Leif Larsen (popolarmente conosciuto come "Shetland Larsen") fu forse il più famoso tra i partecipanti alle operazioni. In tutto egli compì 52 viaggi tra le isole Shetland e la Norvegia, diventando l'ufficiale navale alleato maggiormente decorato della Seconda guerra mondiale.
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