Favola animata per soli adulti dal mago giapponese Miyazaki
Ora il suo nuovo film “Kaze Tachinu’’ in concorso a Venezia 70 viaggia tra due mondi, quello individuale, leggero e sentimentale, e quello macchinoso e pesante della Storia. Il film è basato su di un manga dello stesso Miyazaki che mescola la vita di un personaggio realmente esistito, l’ingegnere aereonautico Jiro Horikoshi, con la storia d’amore descritta in un romanzo breve del 1938 dello scrittore Tatsuo Hori. Il piccolo Jiro è appassionato di volo e di aerei e nei suoi sogni incontra l’ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni che lo incoraggia nelle sue aspirazioni. Quando crescerà diventerà ingegnere alla Mitsubishi e lì collaborerà alla costruzione di quel tipo di aereo che sarà poi usato come strumento di morte negli attacchi bellici del Giappone. Le scene più straordinarie sono quelle del grande terremoto del Kanto, mentre Jiro, ancora giovanissimo, incontra quello che diventerà il suo grande amore di sempre, che più tardi si ammalerà gravemente. Una voce fuori campo accompagna le scene più spettacolari, quelle che contrappongono i sogni ad occhi aperti del protagonista, che ricreano un mondo colorato e multiforme, ed il tempo storico il cui svolgimento risulta totalmente avulso dal protagonista. Il lato negativo del Giappone Imperialista ed il periodo prima della seconda guerra mondiale non sono mai evidenziati del tutto, anzi attenuati dal continuo alternarsi della realtà con i sogni di Jiro.
La scelta di non mostrare la tragedia, le epidemie e le violenze conseguenti al terremoto, così come le scene di guerra, ha un significato preciso nell’intento di Miyazaki e dello studio Ghibli: guardare la realtà esterna con distacco senza perdere però la speranza e l’ottimismo nella creatività del singolo individuo. Lo stesso regista ha dichiarato che “E’ impossibile per ognuno di noi interessarsi ad ogni singolo accadimento e decidere come proseguire sulla base della corrente situazione politica. Le persone che posseggono una vocazione possono esperire il mondo vero per la prima volta quando lo vedono dalla loro piccola finestra, donandosi completamente al loro compito.’’ Una posizione forse ambigua quella di Miyazaki la cui opera non fornisce alcuna soluzione, anzi prende distanza dalla realtà storica descritta, suggerendo soprattutto nostalgia e leggerezza.
Per il regista, da sempre affascinato dalle macchine volanti e dal volo, il film vuol essere un invito a volare sulle ali del vento. Il titolo stesso viene da un passaggio di Paul Valery ‘’S’alza il vento…bisogna osare vivere.’’
Mariateresa Crisigiovanni
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