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L’ intrepido

04/09/2013
L’ intrepidoGianni Amelio porta alla 70° Mostra del Cinema di Venezia in concorso “L’intrepido”, la sua prima commedia, cucita addosso ad Antonio Albanese. Il regista si rimette in gara dopo essere stato l’ultimo regista italiano a vincere il Leone d’oro nel 1998 con “Così ridevano”.

Vivere facendo il “rimpiazzo”? Si può. E si può anche essere felici. Da anni sognava di lavorare con lui. Dopo due occasioni mancate, Amelio ha deciso di scrivere un film per, con e su Antonio Albanese evadendo dal proprio cinema e calpestando per la prima volta il territorio della commedia.

Protagonista della storia è Antonio Pane, un quarantenne disoccupato che sbarca il lunario come può, un anti eroe chapliniano: di mestiere fa il “rimpiazzo” ed anche solo per qualche ora sostituisce chi si assenta dal posto di lavoro, adattandosi a fare qualsiasi cosa dall’autista di tram al cameriere, al muratore. Ed è felice così, si accontenta di poco; sa che i soldi non sono tutto e che non bisogna lasciarsi andare in un momento tanto drammatico. In questo modo riesce con coraggio, anche se non senza difficoltà, ad affrontare le battaglie quotidiane cercando una vita migliore.

Antonio ha un figlio, saxofonista di successo, e sulla strada incontra anche Lucia che dietro la sua voglia di mettersi in gioco nasconde un segreto. Il film è ambientato in una Milano nel pieno della crisi economica. Ma non per respirare “l’aria del tempo”, piuttosto per trattenere il fiato, in attesa di una nuova ventata più fresca. E di quel lieto fine che si fa sempre più necessario.



Silvia Bolognini

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