UE lancia un nuovo indicatore d'innovazione
Per dare più concretezza a questo processo, l'Ue si è data cinque obiettivi che riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia. Ogni obiettivo è misurato su cinque indicatori principali, utili per fare paragoni sia nel tempo sia tra diversi Stati membri, ma anche per descrivere più precisamente dei fenomeni o delle situazioni.
Uno di questi indici esprime le condizioni della ricerca e dello sviluppo (R&S), al fine di portare il livello degli investimenti in R&S, sia pubblici sia privati, al 3% del PIL. Per integrare quest’indicatore dell’intensità il Consiglio europeo ha incaricato la Commissione di sviluppare un unico indicatore d'innovazione per confrontare le strategie nazionali ed evidenziare le differenze tra i paesi Ue.
Il nuovo indice calcola la misura in cui le idee, provenienti da settori innovativi, riescono a raggiungere il mercato e creano migliori posti di lavoro in un’Europa più competitiva. Valutare, anche quantitativamente, quest'aspetto è molto importante poiché per essere leader nell'economia globale, le innovazioni devono essere facilmente tradotte in nuovi prodotti e servizi. Un indicatore che descrive questo aiuta a registrare i progressi e individuare i settori in cui è necessario intervenire.
I risultati prodotti mostrano che l’UE nel suo insieme registra buoni risultati, sebbene non riesca a tenere il passo con alcune delle economie più innovative del mondo. I paesi che risultano in testa alla classifica sono quelli che investono in settori con un'elevata intensità di ricerca, in aziende innovative e con un alto numero di brevetti e alta competitività delle esportazioni. Tra questi si distinguono: Svezia, la Germania, l’Irlanda e il Lussemburgo. Tra quelli che invece, sfruttano peggio l'innovazione troviamo purtroppo l'Italia, fanalino di coda di questa classifica.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea