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Donne ai vertici delle aziende: sale al 16,6% la presenza

18/10/2013
Donne ai vertici delle aziende: sale al 16,6% la presenzaIl 14 Ottobre si è raggiunto un considerevole traguardo per il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e la parità di genere. Le commissioni JURI (commissione giuridica) e FEMM (per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere) del Parlamento europeo hanno votato a favore di una proposta della Commissione europea che affronta lo squilibrio di genere nei consigli d'amministrazione delle aziende in Europa.
Il voto segue la recente pubblicazione della nuova relazione sulla partecipazione delle donne ai processi decisionali, in cui la Commissione fa il punto sulla presenza delle donne nei Cda delle principali società europee quotate in borsa, le cifre indicano che questa percentuale è in aumento, passando dal 15,8% al 16,6%.
Il voto favorevole è stato accolto con profonda soddisfazione dalla Commissione, e in particolare dalla VP Viviane Reding che ha sottolineato come la presenza di talenti femminili all'interno degli organi decisionali delle imprese europee assicuri la giusta competitività per affrontare un'economia globalizzata.
La direttiva votata oggi dalle commissioni parlamentari conferma alcuni punti significativi: privilegia una procedura di selezione imparziale, esclude dalla direttiva le piccole e medie imprese (PMI) ma sprona gli Stati Membri a sostenerle e incoraggiarle a migliorare l'equilibrio di genere a tutti i livelli dirigenziali e nei consigli d'amministrazione, inasprisce le disposizioni sulle sanzioni , ad esempio prevede l'esclusione parziale ai fondi strutturali europei o dagli appalti pubblici.
La Commissione ha poi anche pubblicato una relazione intermedia sulla propria strategia per la parità tra donne e uomini (2010-2015), che, di più ampia portata, mostra 24 azioni chiave da intraprendere su cinque fronti: pari indipendenza economica per le donne e gli uomini; parità salariale a parità di mansioni; parità nel processo decisionale; dignità, integrità e fine della violenza contro le donne; promozione dell'uguaglianza di genere al di là dei confini dell'UE.
La relazione evidenzia come, a metà del periodo prestabilito, la Commissione stia mantenendo gli impegni definiti nella strategia, con interventi mirati nelle aree di intervento delineate, migliorando l'uguaglianza di genere nei processi decisionali in ambito economico, affrontando il problema della mutilazione genitale, sostenendo la parità salariale e promuovendo l'uguaglianza nell'ambito della strategia economica generale dell'Unione europea.
In questo tema l'Italia può ritenersi orgogliosa: è tra quelle realtà, assieme alla Francia, che hanno emanato leggi ad hoc che hanno raggiunto risultati importanti. Va osservato che dal 2010 gli sviluppi più rilevanti avvengono soprattutto nei paesi che si sono già dotati di leggi vincolanti, confermando l'utilità della pressione normativa.
Perché diventi legge, la direttiva proposta dalla Commissione dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell'Unione, in sede di Consiglio. Il voto decisivo del 14 Ottobre segue i pareri favorevoli di altre tre commissioni parlamentari. Si attende dunque il voto del Parlamento nella seduta plenaria prevista per novembre.
Il Consiglio, che riguardo questa proposta decide su un piano di parità con il Parlamento europeo, ha fatto il punto sui progressi compiuti sotto la presidenza irlandese, il dibattito continua con l'attuale presidenza lituana.

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