Riforma PAC: i principali elementi
L'intesa, basata sulle proposte della Commissione dell'ottobre 2011, si articola su quattro importanti regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio sulla PAC, riguardanti i pagamenti diretti, l'organizzazione comune di mercato unica (OCM), lo sviluppo rurale e un regolamento orizzontale sul finanziamento sulla gestione e sul monitoraggio della politica.
Le norme in questione sono fondamentali e centrali anche per l'Italia. Il budget europeo destinato all'agricoltura è di 373,179 miliardi, di cui 41,5 miliardi sono per il nostro Paese, che si andranno a distribuire in quattro settori chiave: 27 miliardi per i pagamenti diretti, 4 miliardi per l'OCM vino e l'OCM ortofrutticoli e 10,5 miliardi per lo sviluppo rurale .
I pagamenti diretti hanno l'obiettivo di arrivare a una distribuzione più equa del sostegno: si procederà perciò a una convergenza chiara dei pagamenti non solo tra Stati membri ma anche al loro interno.
La riforma prevede una maggiore organizzazione comune del mercato per migliorare la competitività dei produttori europei sul mercato interno e su quello mondiale e offrire al settore prospettive di lungo termine. Il regime si applica a varie categorie di mercato e di prodotto, rispettando le specificità di ognuno. La Commissione intende migliorare l'organizzazione dei settori per rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori nella filiera agroalimentare, con poche e limitate deroghe alla normativa dell'Ue in materia di concorrenza.
La politica di sviluppo rurale manterrà l'attuale concetto di base che si è rivelato vincente: gli Stati membri o le regioni continueranno a elaborare programmi pluriennali propri sulla scorta della gamma di misure disponibili a livello UE, secondo le esigenze delle proprie zone rurali. Spetterà invece agli Stati membri o alle regioni decidere, su basi analitiche solide, quale misura usare (e come) per raggiungere gli obiettivi fissati secondo sei priorità generali con relativi "settori d'interesse" (sotto-priorità) più specifici. Le sei priorità riguarderanno: stimolare il trasferimento di conoscenze e l'innovazione, rafforzare la competitività in tutti i tipi d'agricoltura e la gestione sostenibile delle foreste, promuovere l'organizzazione, ripristinare, tutelare e migliorare gli ecosistemi, promuovere l'efficienza delle risorse e la transizione a un'economia a basse emissioni di CO2, promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. Gli Stati membri saranno tenuti a riservare almeno il 30% degli stanziamenti provenienti dal bilancio dell'UE per lo sviluppo rurale a determinate misure di gestione delle terre e alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Il regolamento orizzontale si compone di diverse fasi, dai controlli fino al monitoraggio e valutazione, volto a migliorare la PAC nel suo complesso.
Come conseguenza di questa riforma, i nostri agricoltori dovranno guardare maggiormente ai mercati, specie quelli internazionali, svincolandosi gradualmente dalla logica degli aiuti. La Commissione sta ora preparando tutti gli atti per far sì che le nuove norme possano entrare in vigore il prossimo anno o, nel caso della maggior parte del nuovo regime di pagamenti diretti, a partire da gennaio 2015.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea