Dai Rotary veneziani ai familiari dei degenti a Mestre
casi. Anche nel 2006 alloggio e pasto alle persone da fuori regione che
assistono pazienti di chirurgia toracica Un totale di 472 pernottamenti e 302 pasti erogati ai familiari di 31 degenti dell'ospedale Umberto I di Mestre. Sono i risultati del servizio di assistenza che i Rotary Club Riviera del Brenta,
Venezia, Mestre e Mestre Torre, in collaborazione con il Distretto Rotary
2060 NordEst Italia, hanno offerto da maggio 2004 a dicembre 2005 alle
persone da fuori regione, in condizioni di indigenza, che assistono propri
familiari ricoverati nel reparto di Chirurgia Toracica dell'ospedale
mestrino. L'Umberto I è stato scelto dai direttivi dei quattro club per
l'alto livello tecnico-professionale del primario di chirurgia toracica,
Vittore Pagan, e dei suoi assistenti. E oggi, mercoledì 1 marzo, durante la
presentazione dei risultati, i direttivi dei club hanno annunciato il
prolungamento del progetto a tutto il 2006.
Per i 472 pernottamenti è stato scelto un alloggio di proprietà della
parrocchia di Carpendo, mentre i 302 pasti sono stati offerti in un
self-service di Mestre. Ed è stata un'iniziativa "senza frontiere", visto
che ha interessato persone provenienti non solo da tutta Italia, ma anche da
paesi esteri, quali Germania e Ghana.
"Un'iniziativa importante sotto il profilo sociale e umanitario - sottolinea
Gabrio Pellegrini, presidente del Rotary Club Venezia-Riviera del Brenta,
capofila del progetto - che, visti i risultati, abbiamo deciso di
prolungare. Quello che ci gratifica di più è constatare la soddisfazione dei
beneficiari del progetto, che, grazie a questa forma di assistenza
economica, hanno potuto stare vicino ogni giorno ai propri cari in
ospedale".
"Come Ulss e come reparto di Chirurgia Toracica ci uniamo alla soddisfazione
espressa dai pazienti e dai loro familiari - sottolinea Vittore Pagan -.
L'iniziativa dei Rotary si è rivelata molto utile, sotto il profilo umano
perché ci ha permesso di stare ancora più vicino ai degenti e sotto il
profilo clinico perché la vicinanza dei familiari ai propri cari ricoverati
è già in sé una terapia. Inoltre, la stanzialità dei pazienti dopo la
dimissione ci ha permesso di effettuare con maggior calma tutti i controlli
post ricovero".