Maltempo: mln di danni, animali morti e semine perdute
Lo straripamento dell’Esino - sottolinea la Coldiretti - ha provocato in Abruzzo la perdita di numerose coltivazioni di ortaggi e di seminativi. Occorrerà quindi riseminare ad emergenza passata. Per alleviare il rischio di esondazioni è stato deciso di riaprire la diga di Penne, in quanto l’acqua era giunta al massimo consentito. Nel Teramano i danni maggiori alle coltivazioni si registrano – continua la Coldiretti - in Val Vibrata e nella zona di Atri dove sono sommerse molte strade interpoderali. Nella zona di Ortona il vento e le forti mareggiate hanno fatto crollare uno storico “trabucco” da pesca.
Danni per frane e smottamenti in tutta l’Umbria dove - continua la Coldiretti - le zone più colpite sono quelle di Gubbio, Todi, l’Alto Tevere, il Folignate, lo Spoletino e la Valnerina. I problemi maggiori sono stati causati dalla forte intensità delle precipitazioni, con perdite di campi seminati e impossibilità di procedere a nuove semine. Si registrano anche danni a strutture aziendali e sono andate perse molte scorte (in particolare fieno) mentre sono stati segnalati anche casi di animali morti.
Nelle Marche il fenomeno più grave riguarda le frane. Le infiltrazioni di acqua stanno compromettendo la stabilità dei terreni, specie quelli collinari ma l’acqua – precisa la Coldiretti - ha anche allagato i terreni appena seminati a grano, con il rischio di asfissia delle sementi mentre il vento forte ha, inoltre, spezzato anche i rami di alberi da frutto. Al di là dell’emergenza - continua la Coldiretti, gli allagamenti che hanno colpito soprattutto il Pesarese testimoniano la necessità di rivedere la gestione del territorio, a cominciare dalle aree forestali. L’esondazione del Candigliano a Cantiano, del Burano a Cagli, del Foglia a Chiusa di Ginestreto e del Metauro a Pian di Rose evidenzia non solo l’incapacità del sistema idrico a sopportare tali carichi di pioggia, ma, alla luce della quantità di materiale legnoso che si sta rivenendo lungo i punti critici di molti fiumi marchigiani, è evidente che - continua la Coldiretti - molti danni si sarebbero potuti contenere se non addirittura evitare.
Con i disastri dall’ultima ondata di maltempo il conto dei danni nelle campagne nel 2013 supera il miliardo di euro a causa del ripetersi di eventi estremi nelle campagne durante l’anno che hanno messo in crisi anche la stabilità idrogeologica. Siamo di fronte - conclude la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
Fonte: Coldiretti