Centinaia di animali morti con intere greggi di pecore, bovini, maiali e pollame spazzati via dalla furia dell’acqua che ha trascinato tutto quello che ha trovato sul suo cammino. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ondata di maltempo in Sardegna che ha causato solo all’agricoltura diverse decine di milioni di euro, secondo un calcolo provvisorio basato su sopraluoghi parziali e che è pertanto destinato probabilmente a crescere. L’alluvione ha infatti colpito duramente gli allevamenti, sommerso frutteti, dilavato terreni appena seminati, distrutto ovili, danneggiato case rurali e fabbricati, ma ha anche compromesso la viabilità colpendo strade e ponti. Solo nella provincia di Nuoro Ogliastra dai primi sopralluoghi nei comuni di Torpè e Posada colpiti dalla piena del rio Posada è emersa - sottolinea la Coldiretti - una situazione drammatica con almeno un centinaio di animali recuperati morti, anche a qualche chilometro di distanza sulle spiagge, ma si stima che il conto potrebbe salire ad almeno un migliaio. Oltre agli animali - continua la Coldiretti - gli orti, gli agrumeti e gli oliveti sono completamente allagati con la produzione ormai persa. In provincia di Oristano – sottolinea la Coldiretti - la situazione più grave è sicuramente quella del terralbese. A Sd Uras l’ondata di piena proveniente dal monte ARCI ha attraversato alcune aziende creando notevoli danni a strutture, recinzioni, muretti e ai campi seminati, completamente invasi dall’acqua e dilavati. Anche in questo caso si segnala la morte di diversi capi ovini, spazzati via dalle acque, e la perdita delle scorte aziendali. A Marrubiu – continua la Coldiretti - si segnalano danni alle coltivazioni in prossimità della SS 131 con straripamento di un canale e sversamento delle acque nei terreni adiacenti coltivati a vigna, oliveto ed erbaio. A Terralba, circa 100 ettari di terreno in località S’Isca risultano completamente allagati, con danni ai fabbricati agricoli, alle serre ed alle abitazioni civili. Anche altri centri dell’Oristanese – precisa la Coldiretti - hanno subito alcuni danni localizzati, specie nelle zone di Mogoro e Gonnoscodina, dove si segnalano alcuni fabbricati scoperchiati dal vento, e diversi ettari dilavati dall’acqua, ma anche nelle aree di Palmas Arborea e Solarussa, dove diversi ettari risultano dilavati e diversi capi ovini dispersi. Nel Campidano – sottolinea la Coldiretti - la situazione più grave si registra nel Comune di San Gavino Monreale, dove l’acqua ha invaso l’intero territorio. I danni più ingenti riguardano oltre 1000 ettari, nei quali cereali e foraggi sono stati letteralmente cancellati: la violenza dell’acqua ha portato con se addirittura il primo stato di terreno, quello più fertile, compromettendo la possibilità di coltivare anche per gli anni a venire. Particolarmente grave la situazione dei risicoltori operanti nella zona, che – continua la Coldiretti - hanno perso il raccolto stoccato nei magazzini, e le realtà serricole, le cui serre, invase dalle acque, sono pesantemente danneggiate e totalmente impraticabili. Le altre strutture aziendali hanno subito solamente lievi danni, anche se la furia dell’acqua in molti casi non ha risparmiato recinzioni ed impianti irrigui. Gli allevamenti di questo territorio – precisa la Coldiretti - contano la morte di diverse centinaia di pecore, e in molte realtà aziendali le scorte di foraggi danneggiate per circa il 50% non consento l’adeguata alimentazione dei capi scampati alla morte. Meno grave, ma comunque estesa, la situazione nel Comune di Villacidro, dove nelle aree più colpite, ubicate nei versanti che confinano con Serramanna, Samassi e Villasor, risulta compromesso – sostiene la Coldiretti - circa il 70% del patrimonio agricolo: frutteti allagati con perdita sicura per asfissia del raccolto agrumicolo, serre allagate e fortemente danneggiate dal passaggio dell'acqua. Anche in questo caso la forza devastante dell’acqua ha letteralmente cancellato le colture foraggere, compromettendo per circa il 30% le scorte di foraggio per le aziende zootecniche, e quindi la possibilità di alimentare il bestiame che al momento sembra essere stato complessivamente risparmiato dal ciclone. Il Comune di Vallermosa è probabilmente meno colpito di quello di Villacidro, ma anche per anch'esso si registrano danni alle colture ed alle scorte aziendali. Molto pesante la situazione nel Comune di Pabillonis, nel quale però ai danni alle colture seminative classiche del territorio (cereali e foraggere), si aggiungono quelli relativi a circa 300 ettari di ortive in pieno campo ed agli impianti di irrigazione. Nel comune di San Gavino, invece, oltre ai danni alle colture, si registra la perdita di diverse centinaia di capi ovini. A Sanluri, nella piana di Sanluri Stato, sono stati completamente allagati non meno di 300 ettari, di cui 200 sono a tutt’oggi invasi dall’acqua e probabilmente non lavorabili fino alla prossima primavera.. In questa zona, come in quella di Collinas, anche il vento ha fatto la sua parte, distruggendo le coperture dei fabbricati per una decina di aziende e sradicando letteralmente alcune piante di ulivo. A Sardara – continua la Coldiretti - sono circa 2000 gli ettari allagati e slavati, di cui circa 500 già seminati a foraggere per uso zootecnico, mente a Serramanna oltre 300 ettari investite ad ortive e cereali hanno subito danni a causa dell’esondazione del fiume Leni. Su tutto da segnare la solidarietà degli agricoltori della Coldiretti che con i trattori sono al lavoro per ripristinare la viabilità mentre gli agriturismo di Terranostra - conclude la Coldiretti - hanno risposto con grande disponibilità mettendo a disposizione le loro strutture con gli alloggi per gli sfollati.
Fonte: Coldiretti