UE: più di 73,5 mln di euro dal FEG a sostegno lavoratori
Il Fondo fornisce sostegno a lavoratori che si trovano in situazioni svantaggiose o territorialmente difficili, erogando più di 73,5 milioni di euro destinati all'assistenza dei lavoratori in 11 Stati Membri, tra cui l'Italia. A questo importo si aggiungono altri 51,7 milioni di euro provenienti da risorse nazionali.
Fino ad agosto 2013 sono pervenute 110 domande presentate da 20 Stati membri per un importo pari a 471,2 milioni di euro destinati ad aiutare più di 100 mila lavoratori in esubero.
Il FEG ha consentito agli Stati membri interessati di agire in modo più incisivo, in termini di numero di persone aiutate, durata e qualità del sostegno, e più flessibile, includendo azioni altamente personalizzate e talvolta innovative.
Tra le più importanti misure finanziate dal FEG rientrano: assistenza personalizzata nella ricerca di un impiego; formazione professionale, miglioramento delle competenze e riqualificazione; incentivi e indennità temporanei; sostegno alla creazione di imprese; mentoring; regimi pubblici a favore dell'occupazione.
Particolarmente efficienti si sono dimostrate le fiere del lavoro e gli interventi delle agenzie d'attuazione nazionali, le quali hanno contattato le imprese locali al fine di individuare i posti vacanti non ancora resi noti, in modo che i lavoratori potessero ricevere una formazione per questi posti.
I dati provano l'efficacia dello strumento, nonostante la difficile situazione occupazionale: al termine del periodo di assistenza, la metà dei lavoratori (14.333 lavoratori su 28.662) che avevano in precedenza preso parte a una delle 41 iniziative del FEG hanno trovato un nuovo impiego o svolgono un'attività autonoma, mentre altre 1.069 persone hanno seguito corsi di studi o di formazione.
A seguito del successo riscontrato, il Parlamento europeo e il Consiglio, su proposta della Commissione, proseguiranno le attività del FEG nel periodo 2014-2020. Inoltre, il FEG sarà per la prima volta utilizzabile per i lavoratori a tempo determinato e quelli autonomi, nelle regioni colpite da un'elevata disoccupazione giovanile, per i giovani che non lavorano e non seguono corsi di studio o di formazione.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea