Politica Comune della Pesca 2014-2020
Nonostante i forti miglioramenti ottenuti con la revisione della Politica Comune della Pesca (PCP), del 2002, il settore chiedeva di correre ai ripari e per questo si è giunti oggi ad una ulteriore riforma.
Gli Stati Membri dovranno ora fissare delle nuove quote massime di pesca che i pescatori dovranno rispettare. Per porre fine alla pratica inutile e dannosa di rigettare in mare gli “scarti” di pesce (esemplari eliminati a causa della loro specie o della loro dimensione), i pescherecci dovranno sbarcare almeno il 95% di tutte le catture in conformità con un calendario di date specifiche per i diversi tipi di pesca, a partire gradualmente dal 2015 fino al 2019.
Come ulteriore misura per prevenire la pesca eccessiva si dovrà adattare la dimensione delle flotte in Europa alle possibilità massime di pesca loro assegnate.
Il Parlamento ha inserito una disposizione in cui si prevede che gli Stati Membri dovranno esaminare le capacità di cattura delle loro flotte ogni anno, secondo criteri prestabiliti dalla Commissione.
Se da questa verifica risulterà che la flotta è troppo grande, lo Stato Membro dovrà presentare un piano per ridurne la sovraccapacità e prendere le misure necessarie.
Se gli Stati Membri non riuscissero a valutare ed eliminare la sovraccapacità, i finanziamenti comunitari potranno essere sospesi o addirittura negati.
Si ricorda che, ad oggi, circa l'88% delle riserve di pesce del Mediterraneo e il 39%dell’Atlantico sono sovrasfruttate a causa dell’eccessiva capacità delle flotte di pescherecci di effettuare catture quantitativamente esagerate e non in conformità con la normativa comunitaria. (Fonte: UE) Europe Direct Veneto