Mestre in festa: aperto il nuovo cinema in piazzale Candiani
La poetica ideativa del multiplex si rifà all’intuizione del cinema: trasformare la luce in immagini. Il progetto, firmato dall’architetto mestrino Giovanni Caprioglio, esprime in tutte le sue articolazioni la ricerca della luce. «E’ stato un passaggio di scala da “piazzale” a piazza, intesa come agorà, ossia come luogo dei cittadini – ha spiegato Caprioglio – e nella realizzazione della struttura mi sono ispirato alla metafora del cinema che si espande all’esterno e verso la città».
Il multiplex, sviluppato su due piani, è composto da sei sale con una capienza di circa 1200 posti a sedere, e utilizza per la prima volta la tecnologia di proiezione laser Cinemeccanica Cinecloud Lux, che garantisce un’illuminazione dell’immagine mai raggiunta prima e un innovativo sistema di diffusione audio, il Dolby ATMOS, che amplia i canali di distribuzione dai tradizionali 6 fino a 64, conferendo all’ambiente una reale multidimensionalità sonora.
Una collaborazione vincente tra pubblico e privato che cerca di estendere il rinnovamento a tutto il centro Candiani, con l’addizione volumetrica di una grande hall al piano terreno per mantenere il senso della grande cavità, pensata come piazza coperta dedicata alla comunicazione degli eventi cinematografici della multisala e del Centro Culturale, nonché contenitore del box office, di un bookshop e di una caffetteria.
«Abbiamo mantenuto l’impegno di restituire all’Amministrazione comunale prima, e alla città poi, la Piazza riqualificata, il completamento del Centro Candiani e il nuovo multisala – commenta Gianantonio Furlan, finanziatore dell’opera – e confido che questo possa essere un nuovo inizio virtuoso per tutta la città di Mestre, per la rinascita del commercio e della vita sociale del centro.»
Una nuova nascita che però porta con se la chiusura dello storico cinema “Excelsior”, che diventerà probabilmente luogo di nuovi poli commerciali.
«Il Candiani è il primo tassello di un mosaico complesso il cui disegno pian piano si sta palesando – conclude il Sindaco Giorgio Orsoni – ma è anche il simbolo di una Mestre che pensiamo debba cambiare. Nelle forme, nell’approccio alla sua architettura. Quello che abbiamo in testa per questa città non è solo una nuova forma di urbis, ma una nuova forma di civis: una Mestre bella perché ricca di funzioni, di servizi, fatta di trasporti di qualità, con un commercio adeguato alla statura. E’ la speranza che stiamo dando ai nostri cittadini.»
Micol Stelluto
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