“Nanofab: che cos’è?” Si domanderanno sicuramente in molti. Dunque, Nanofab è l’abbreviazione di Nanofabriction Facility del Veneto, uno dei primi laboratori italiani per l’applicazione delle nanotecnologie all’industria. Lo scopo è la promozione dell’innovazione, per favorire la competitività delle imprese sul mercato globale. Un progetto in cui si è creduto molto sin dall’inizio, basti pensare che sono stati investiti ben 20 milioni di euro, cofinanziati dall’Unione Europea, dalla Regione Veneto e da VEGA – Parco Scientifico Tecnologico di Venezia. Soci di Nanofab sono: il VEGA, Civen, Associazione fondata nel marzo 2003 dalle Università del Veneto al fine di promuovere la ricerca e la formazione nel settore delle nanotecnologie, nonché Veneto Nanotech, referente del MIUR (già Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca).

Conta 2.700 mq tra laboratori, spazi tecnici ed uffici, il suo staff è composto da un direttore scientifico e 20 tra ricercatori e personale distaccato delle Università, i quali si avvalgono di 80 apparecchiature scientifiche.

E dopo un anno di attività, è giunto il momento di tirare le somme: i dati sono stati presentati nell’ambito di una conferenza tenuta al VEGA.

E le cifre paiono confortanti: oltre 300aziende hanno visitatoli laboratorio per conoscere le opportunità offerte dalle nanotecnologie; sono stati avviati 20 progetti di ricerca con aziende nei settori dell’occhialeria, della meccanica, dello stampaggio, delle materie plastiche, della farmaceutica – diagnostica,dei metalli preziosi, della concia; sono previste commesse per un ricavo di 735.000 euro; il prossimo bando secondo la Legge 297/99 sulle nanotecnologie prevede progetti di ricerca per 10 milioni di euro.

Per il futuro, si prevede di incrementare il progetto Nanofab, anche attraverso l’assunzione di nuovo personale.