Uomini e donne: invariato il divario retributivo nella Ue
Le regole dell’Unione hanno fissato una serie di importanti principi: parità retributiva per lo stesso lavoro, parità sul luogo di lavoro e diritti minimi garantiti per il congedo di maternità. Ma Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la Giustizia, ha ribadito che il fossato retributivo è ancora troppo profondo.
La costatazione più amara è che se ci sono delle recenti tendenze di riduzione della distanza retributiva, queste sono in larga parte imputabili a una diminuzione delle retribuzioni maschili più che a un aumento dei salari femminili.
Secondo la relazione pubblicata congiuntamente ai dati, i principali ostacoli alla parità retributiva consisterebbero in sistemi retributivi poco trasparenti, assenza di parametri chiari sulla parità retributiva e disinformazione dei lavoratori, che insieme concorrono anche a incrementare il problema dello scarso ricorso alla giustizia da parte delle donne.
La sfida futura per gli Stati membri consiste nella corretta attuazione della direttiva 2006/54/CE sulle pari opportunità, in modo che una maggiore trasparenza dei sistemi salariali possa rendere il raffronto tra le retribuzioni dei due sessi più immediato, facilitando così la possibilità per le vittime di rivendicare in giudizio i propri diritti.
La direttiva sulle pari opportunità è stata sufficientemente e chiaramente recepita solo in Francia e Paesi Bassi. Per gli altri 26 Stati membri la Commissione è in attesa di informazioni complementari.
Per la Commissione la parità retributiva è una questione importante e prioritaria, come testimonia la sua strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015, che prevede una serie di azioni: l’iniziativa Equality Pays Off; le raccomandazioni specifiche per Paese; le giornate europee per la parità retributiva; lo scambio di buone pratiche; i finanziamenti di iniziative negli Stati membri tramite i Fondi strutturali.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
nella foto: Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la Giustizia