La SAVE, società gestore dell’aeroporto Marco Polo di Tessera, abbandona il Progetto Quadrante per lo sviluppo e la valorizzazione di una vasta area attigua all’aerostazione veneziana, affermando (per bocca del presidente, Enrico Marchi) che “Venezia rischia di sprofondare nelle chiacchiere non meno che nella laguna.”; sotto accusa, in particolare, è l’atteggiamento giudicato inaffidabile e non corretto del sindaco della Serenissima, Giorgio Orsoni, che avrebbe anche cercato di impugnare (unico in Italia) il Contratto di Programma, varato dall’aeroporto della propria città. I rapporti tra SAVE ed Amministrazione Civica da tempo non sono idilliaci ma, nel 2008 (primo cittadino, Massimo Cacciari) era stato siglato un accordo che, attraverso uno scambio di aree e relative compensazioni, avrebbe permesso, alla SAVE, la realizzazione di una nuova pista aeroportuale, nonché di edificazioni connesse ai servizi per passeggeri e merci, mentre il Comune avrebbe provveduto al nuovo stadio all’interno di un’area sportiva attrezzata e ad un vasto appezzamento per il realizzando bosco di Mestre. In 5 anni, però, nulla di concreto si è mosso ed anzi l’odierno sindaco, Orsoni, ha presentato una nuova proposta, riducendo drasticamente il progetto Quadrante Tessera, eliminando 105 ettari destinati a verde, concentrando la maggior parte della cubatura edificabile sulle aree destinate allo stadio ed al casinò. SAVE, però, giudica tale proposta irricevibile ed annuncia che metterà sul mercato gran parte delle aree a suo tempo acquistate per il progetto Quadrante. Sembra così giunta al capolinea (ma non si sa mai) una vicenda, che fa discutere da anni giacchè, pur offrendo opportunità di crescita all’aeroporto ed alla città, comprometterebbe un grande polo verde urbano vicino alla laguna. Ciò che stupisce di più, però, è l’indecisione nelle scelte politiche programmatorie, problema comune al sistema Italia, non a caso poco attrattivo per gli investitori stranieri.

Fabrizio Stelluto