Inflazione nel 2013, gli aumenti maggiori per scuola e cibo
“Degli aumenti registrati per la spesa alimentare non se ne avvantaggiano - rileva Confagricoltura - insegnanti e agricoltori; per quanto riguarda il settore primario, in base ai dati AgrOsserva (Ismea-Unioncamere), i prezzi all’origine, dopo un exploit del 3,1% nel primo trimestre 2013, sono diminuiti del 2,5% nel secondo e del 3,2% nel terzo”.
“Il monitoraggio costante che svolge SMS Consumatori/Ismea dimostra come ci sia un divario notevole tra quotazioni alla produzione ed al consumo dei beni alimentari che, in molti casi, addirittura quadruplicano – osserva Confagricoltura -. Ad esempio il 31 dicembre 2013 i cavolfiori sono stati venduti dal produttore al grossista a 40 centesimi al chilo, dal grossista al dettagliante a 1,05 euro e sono giunti sui banchi di vendita mediamente a 1,70 euro. L’uva da tavola da 45 centesimi al chilo al produttore è passata a 1,90 euro al consumatore”.
“È difficile far quadrare i conti aziendali – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – quando i produttori si trovano con quotazioni non remunerative, aumenti dei costi ed un pesante carico fiscale e burocratico. Serve l’impegno condiviso di tutta la filiera per salvaguardare e rilanciare l’agroalimentare”.
Fonte: Confagricoltura