Saremar: CE ordina recupero aiuti di stato
Allo stesso tempo, la Commissione ha concluso che due lettere di patronage emesse dalla Regione non garantiscono alcun obbligo finanziario per la compagnia e quindi non constituiscono aiuto di Stato alla Saremar. La Commissione ha anche concluso che le attività promozionali svolte da Saremar sono state pagate al prezzo di mercato.
Joaquín Almunia, Vicepresidente e Commissario per la politica di concorrenza, ha dichiarato: “Gli Stati membri e le autorità regionali sono ovviamente liberi di finanziare servizi di interesse economico generale. Tuttavia, come previsto dalle norme UE, il finanziamento dovrebbe essere trasparente e basato su obblighi di servizio pubblico chiaramente definiti.”
Nel 2012 Saremar ha ricevuto un conferimento di capitale dalla Sardegna per un importo annunciato di 6,1 milioni di EUR. La Commissione ha concluso che nessun investitore privato operante in condizioni di mercato avrebbe accettato di investire alle stesse condizioni in circostanze analoghe. L’apporto di capitale costituisce pertanto un aiuto di Stato poiché ha conferito un vantaggio economico a Saremar rispetto ai suoi concorrenti, che esercitano la propria attività senza denaro pubblico. Tale aiuto di Stato è inoltre incompatibile con le norme dell’UE in quanto non era accompagnato dall’attuazione di un piano di ristrutturazione conforme ai requisiti degli orientamenti sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà. La Commissione ha pertanto ingiunto all’Italia di recuperare da Saremar la parte del conferimento di capitale già attuata.
Infine, la Commissione ha constatato che una compensazione di 10 milioni di EUR corrisposta a Saremar per l’esercizio, nel 2011 e nel 2012, di due rotte di collegamento fra la Sardegna e l’Italia continentale non era conforme alle norme UE in materia di servizi di interesse economico generale (SIEG) (si veda IP/11/1571). La normativa SIEG prevede che i prestatori di servizi pubblici possano ricevere una compensazione pari ai costi netti sostenuti per assolvere ai loro obblighi di servizio pubblico, qualora i parametri per calcolare la compensazione siano previamente definiti e gli obblighi di servizio pubblico siano definiti in modo chiaro. Tuttavia, quando Saremar era stata incaricata dell’esercizio delle due rotte marittime, non era stato definito un relativo meccanismo di compensazione. Inoltre, gli atti di incarico non definivano chiaramente gli obblighi di servizio pubblico imposti a Saremar. La Commissione ha concluso che Saremar non aveva diritto a una compensazione e doveva rimborsare le somme ricevute.
nella foto: Joaquín Almunia, Vicepresidente e Commissario per la politica di concorrenza
Fonte: Commissione europea