La riforma della protezione dei dati nell'Unione Europea
La Vicepresidente Reding ha inoltre colto quest'occasione per richiamare l'attenzione sullo stato dei lavori e sulle novità della riforma della protezione dei dati.
In Italia, la Rappresentanza della Commissione europea ha ospitato una tavola rotonda a Roma sul tema della protezione dei dati personali, a cui hanno preso parte Augusta Iannini, Vicepresidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali, Bruno Gencarelli, Vicecapo unità protezioni dei dati personali - direzione generale giustizia della commissione europea, e Allegra Migliorini, Magistrato - Ministero della giustizia.
In un mondo globalizzato, il trasferimento di dati a Paesi terzi è diventato un fattore importante della vita quotidiana. I dati sono la moneta dell'era digitale e tutte le imprese ne fanno uso. Non esistono frontiere nel web e il cloud computing è la tecnologia che permette di inviare e trattare i dati da un Paese all'altro.
L'economia digitale ha bisogno della fiducia degli utenti per poter prosperare, ma molti cittadini manifestano ancora una certa diffidenza a comunicare i propri dati. Il 92% dei cittadini europei, infatti, si preoccupa che la propria privacy sia violata e l'89% afferma di voler essere informato quando i dati vengono condivisi con terzi.
Con norme forti, affidabili e applicate con sistematicità, il trattamento dei dati diverrà più sicuro, più economico e maggiormente degno della fiducia dei cittadini. A sua volta, la fiducia alimenta la crescita dell'e-commerce: è stimato che il PIL dell'Ue potrà aumentare di un ulteriore 4% da qui al 2020 se l'Unione creerà un mercato unico digitale.
La rapidità dell’evoluzione tecnologica e la globalizzazione hanno fatto emergere nuove sfide per la protezione dei dati. Nell’intento di rafforzare i diritti della privacy e per adattare la normativa ai cambiamenti della nuova era digitale, il 25 gennaio 2012 la Commissione europea ha proposto una riforma globale della direttiva Ue del 1995 in materia di protezione dei dati.
Notevoli progressi sono stati compiuti nei due anni trascorsi dalla proposta. Nell'ottobre 2013 la commissione del Parlamento europeo competente per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) ha votato a larga maggioranza a favore delle proposte della Commissione. La settimana scorsa, la Commissione europea, i due relatori del Parlamento europeo e la Presidenza greca del consiglio Ue, insieme alla prossima Presidenza italiana hanno concordato, ad Atene, una tabella di marcia per giungere all'adozione della riforma entro quest'anno.
I principali cambiamenti previsti dalla direttiva riguardano: il consenso al trattamento dei dati che dovrà essere fornito esplicitamente, anziché semplicemente presupposto; il “diritto all’oblio” che consentirà la cancellazione dei dati personali, qualora non sussistono motivi legittimi per conservarli. Imprese e organizzazioni saranno tenute a comunicare le violazioni gravi, se possibile, entro 24 ore e faranno riferimento a una sola autorità nazionale nel luogo in cui hanno la sede principale, anche quando i dati personali sono trattati in un altro Paese. Saranno eliminati gli oneri amministrativi superflui, come l’obbligo di notifica per le imprese. Le norme europee si applicheranno alle imprese che non hanno sede nell’Ue ma che offrono prodotti o servizi in Europa.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
Nella foto la Vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding
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