Lotta alla corruzione: pubblicata la prima relazione Ue
La relazione è composta da un capitolo generale che sintetizza i principali risultati, descrive le tendenze e analizza il modo in cui gli Stati membri affrontano il problema, e 28 capitoli per Paese che fotografano la situazione della corruzione e i risultati di due sondaggi Eurobarometro sulla percezione della corruzione tra i cittadini europei e le imprese.
Per più dei tre quarti dei cittadini europei, e ben il 97% degli italiani, la corruzione è un fenomeno nazionale dilagante.
A novembre 2012, l'Italia ha adottato la legge anticorruzione che mira a rafforzare la prevenzione e a responsabilizzare i pubblici ufficiali e la classe politica in modo da bilanciare il carico della lotta al fenomeno, che attualmente ricade quasi esclusivamente sulle forze dell’ordine e sulla magistratura.
La relazione presentata dalla Commissione suggerisce di potenziare il regime d'integrità per le cariche pubbliche elettive, introducendo codici etici e strumenti di rendicontazione dell'operato. L’Italia dovrebbe anche consolidare uno strumento sul finanziamento ai partiti e risolvere con la massima urgenza le carenze del regime di prescrizione. La Commissione consiglia anche di incrementare i poteri e le capacità dell’autorità nazionale anticorruzione, garantire maggiore trasparenza negli appalti pubblici e colmare le lacune della lotta anticorruzione nel settore privato.
I problemi principali affrontati nella relazione europea riguardano i meccanismi di controllo, il perseguimento e le sanzioni, la dimensione politica e le aree a rischio.
In molti Stati membri i controlli interni alle autorità pubbliche sono deboli e scoordinati, le norme sui conflitti d'interesse sono spesso insufficienti e le sanzioni applicate raramente e con poca forza.
In conformità alle legislazione Ue, la corruzione è penalmente perseguibile; tuttavia, la decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio Ue relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato è stata recepita dagli Stati membri in modo disomogeneo. Nella maggior parte degli Stati membri mancano statistiche complete sulla corruzione e il perseguimento di tale reato è spesso ostacolato dalle norme procedurali.
L'integrità dei politici rimane un problema e i codici di comportamento sono privi della forza necessaria. Sebbene molti Stati si siano dotati di norme più rigorose in materia di finanziamento ai partiti, permangono notevoli carenze e raramente nell'Ue sono inflitte sanzioni dissuasive contro il finanziamento illecito ai partiti.
Il rischio di corruzione è generalmente più elevato a livello regionale e locale e i settori più minati sono gli appalti pubblici, lo sviluppo urbano, l'edilizia e l'assistenza sanitaria. La relazione della Commissione invita a rafforzare le regole d'integrità negli appalti pubblici e suggerisce miglioramenti per i meccanismi di controllo.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea