Carne di cavallo, un anno dopo . . .
Le prove raccolte non vogliono mettere in discussione la sicurezza alimentare e sanitaria, ma piuttosto evidenziare un problema di etichettatura fraudolenta e la necessità di informare i consumatori.
Nel marzo 2013, l'Unione europea, insieme alle autorità competenti degli Stati Membri, ha proposto un piano d'azione in cinque punti volto a ristabilire la fiducia tra i consumatori e i partner commerciali, attraverso un rafforzamento dei controlli contro le attività fraudolente: fronde alimentare, test DNA, passaporto per i cavalli, sanzioni, etichetta originale.
Nell'arco di un anno la Commissione ha mappato gli strumenti e i meccanismi esistenti a livello UE per combattere le frodi alimentari e proteggere gli interessi dei consumatori, ha promosso il coinvolgimento di Europol e sta lavorando a uno strumento informatico che renda più semplice e rapido lo scambio transfrontaliero d'informazioni sulle violazioni delle norme alimentari.
La Commissione ha dato il via libera a una serie di test del DNA sulle carni di cavallo per verificarne la qualità e l’eventuale presenza di fenilbutazone, l’antidolorifico usato sui cavalli da corsa, dannoso per l’uomo. Ha sollecitato i vari Paesi ad adottare le politiche dell'Unione sui passaporti equini per evitare che carni non identificate e controllate si inseriscano nella filiera alimentare ed ha presentato un progetto al Comitato per la Catena Alimentare e la Salute Animale che mira a rendere obbligatoria la registrazione dei passaporti equini in una banca dati nazionale.
Per quanto riguarda l'origine dei prodotti, è stato adottata una relazione della Commissione che estende l'obbligatorietà dell'etichettatura d'origine a tutti i tipi di carne utilizzata come ingrediente in prodotti alimentari. Mentre è ancora in corso d'approvazione la relazione della Commissione che vuole applicare l'etichettatura anche a carni e prodotti non ancora coperti da norme obbligatorie come la carne di cavallo, coniglio, selvaggina, il latte, il latte utilizzato come ingrediente in prodotti lattiero-caseari, ingredienti che rappresentano più del 50% di un alimento.
Le sanzioni pecuniarie legate alle frodi alimentari devono essere inasprite: almeno il doppio dell'importo rispetto al vantaggio economico previsto con la truffa alimentare e per i casi che mettono a rischio la salute pubblica sono previsti procedimenti penali.
Lo scandalo che ha coinvolto la carne di cavallo ha sottolineato la necessità e l'urgenza di migliorare la cooperazione transfrontaliera tra le autorità nazionali e di coinvolgere in attività anti-frode non solo i servizi di ispezione, ma anche la polizia, le dogane e le autorità giudiziarie che, con l'inizio del 2014, hanno seguito corsi specifici sulle nuove tecniche di indagine e controllo relative alle truffe alimentari.
A tale scopo l'Unione europea insieme agli Stati Membri, più Norvegia, Islanda e Svizzera, ha creato nel luglio 2013 il Network Frodi Alimentari, una risposta comune alle truffe nel settore alimentare.
Tra le azioni prese dalla Commissione spicca una proposta legislativa, accompagnata da uno studio sulla situazione attuale, per migliorare il quadro giuridico che governa la lotta contro le pratiche fraudolente e ingannevoli. È stato inoltre realizzato un migliore coordinamento a livello europeo, con il sostegno della Commissione europea.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea