Nasce l’ipermercato sostenibile: fare la spesa “dimagrendo”
19/10/2006
Centri commerciali, outlet e ipermercati, non-luoghi per eccellenza, sonodiventati negli ultimi anni i nuovi punti di aggregazione sociale. Dagli alimentari al cinema, troviamo tutto a portata di mano. Ma come rendere questi luoghi più funzionali e vicini al cittadino? “L’idea dell’ipermercato sostenibile nasce da una semplice osservazione- afferma Giuseppe Fatati, dirigente del Dipartimento di Diabetologia, Dietetica e Nutrizione Clinica all’A.O. S. Maria di Terni e segretario generale dell’A.D.I., nel corso del XVII congresso nazionale che si conclude in fiera a Vicenza. L’ambiente cambia continuamente e questo incide sui fattori di rischio per la salute.” Perché allora non ripensare anche la struttura dei nostri ipermercati? “Le malattie del metabolismo o l’obesità”, continua Fatati, “possono essere contrastate anche avvicinando il centro commerciale a casa, senza dover necessariamente prendere l’auto”. Un parcheggio un po’ più lontano per fare cento passi in più; ma anche etichette specifiche sui prodotti, la creazione di strutture specifiche con figure tecniche professionali come lo chef nutrizionista, e ancora, piccoli visori per i non udenti, in cui vengono fornite tutte le indicazioni sui prodotti nel linguaggio dei segni. Dotare gli ipermercati di strutture e servizi informativi rappresenta un passo importante verso l’adozione di un corretto comportamento alimentare, già a partire da quello che mettiamo nel carrello della spesa. Il progetto, che sarà presentato nel 2007, ha l’appoggio di numerosi enti fra cui l’Università dei sapori, e alcune grandi catene di distribuzione, SMA e Coop in testa, hanno già manifestato il loro interesse per l’iniziativa.
Per informazioni dott. Paolo Pallini Segreteria ADI
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