Roaming: sì da Parlamento europeo a eliminazione costi in Ue
Con l'espansione dell'uso degli smartphone, è stato calcolato che, a causa dei prezzi del roaming, quasi il 50% degli utenti disattiva il traffico dati del cellulare (ossia internet) che permetterebbe il collegamento a internet in un altro Paese dell’Ue.
Ciò, oltre ad avere risvolti sulle compagnie telefoniche, influenza oltretutto l'economia europea del nuovo settore delle «app».
Grazie ai regolamenti europei in vigore in materia di limitazione dei costi roaming c'è stato un incremento sorprendente dell’uso del traffico dati. Già a partire dal primo luglio del 2012 la UE ha imposto dei limiti tariffari per chi usava il cellulare all'estero. Si andava dai 29 centesimi al minuto, Iva esclusa, che poteva essere richiesti per effettuare una chiamata, agli 8 centesimi al minuto, Iva esclusa, per ricevere una chiamata. Infine, 9 centesimi, Iva esclusa, per inviare un messaggio di testo e 70 centesimi al megabyte (Mb), Iva esclusa, per scaricare dati o consultare internet all'estero. Questi limiti sono stati poi periodicamente rivisti al ribasso dalla Commissione europea secondo una precisa tempistica, al fine di informare i clienti e far adeguare la aziende ai nuovi limiti.
In questo senso si inserisce la proposta della Commissione, ora votata dal Parlamento, per azzerare i costi del roaming all'interno della UE e indurre gli operatori della telefonia mobile a estendere le offerte e i piani tariffari nazionali creando di conseguenza un vero spazio europeo delle telecomunicazioni.
La proposta della Commissione vuole anche assicurare una maggiore trasparenza dei contratti per gli utenti di internet e dei servizi a banda larga e la possibilità di passare più facilmente a un altro fornitore.
Oltre alla barriera ben visibile del roaming, saranno presto abbattute molte altre barriere affinché i cittadini europei possano comunicare in modo aperto e senza soluzione di continuità, ovunque si trovino.
Votata dal Parlamento, la proposta passa ora al Consiglio (ossia ai ministri competenti dei 28 Paesi dell'UE), per giungere a un accordo finale entro la fine del 2014.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea