Previsioni di primavera 2014: si allarga base ripresa
Il presupposto di fondo delle previsioni è che gli Stati membri e la stessa Unione europea attuino le misure strategiche concordate e apportino gli aggiustamenti necessari per proseguire in questo incoraggiante cammino, il cui carattere graduale ricalca quello di simili situazioni che, in passato, sono seguite a crisi finanziarie profonde.
Nel complesso, si prevede che nel periodo considerato la domanda interna diventi il motore fondamentale della crescita: dal momento in cui i redditi reali beneficeranno di un'inflazione più bassa e della stabilizzazione del mercato del lavoro, le spese per i consumi dovrebbero gradualmente rafforzare la crescita.
Anche la ripresa degli investimenti, specialmente nel campo delle attrezzature e delle opere edilizie, dovrebbe continuare a sostenere la crescita, compensando così la prevista diminuzione del contributo delle esportazioni nette.
In questo fiducioso contesto europeo, restano comunque due aspetti da non sottovalutare perché potenziali ragioni nel rallentamento del percorso di crescita: la permanenza di rilevanti differenze tra Stati membri e, all'interno degli stessi, fra imprese di dimensioni diverse, un periodo di inflazione bassa troppo prolungato e una eventuale perdita di fiducia in caso di stallo delle riforme.
Quest'ultima potrebbe però trasformarsi in un'arma vincente per la ripresa qualora siano attuate ulteriori riforme strutturali ambiziose.
Infine, al rafforzamento delle condizioni del mercato del lavoro iniziato nel corso del 2013 dovrebbero seguire la creazione di più posti di lavoro e un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (fino al 10,1% nell'Unione europea e all'11,4% nella zona euro, nel 2015).
Inoltre, con lo scopo di orientare le discussioni del semestre europeo 2014, il Consiglio europeo, sul finire dello scorso anno, ha posto un accento particolare sulle politiche che migliorano la competitività, sostengono la creazione di posti di lavoro e contrastano la disoccupazione, in particolare quella giovanile, e sul follow-up delle riforme destinate a migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro.
Da ultimo, ma non per ordine d'importanza, dal rapporto della Commissione europea si evince la situazione di un'Italia, alla quale, per la prima volta dopo diversi anni, si guarda con grande fiducia.
Numericamente parlando e in relazione agli ambiti di studio della Commissione europea (prodotto interno lordo reale, investimenti totali, crescita dell'occupazione, tasso di disoccupazione, inflazione dei prezzi al consumo, saldo delle partite correnti, saldo delle amministrazioni pubbliche e debito pubblico lordo) il nostro Paese presenta dati che sono meno incoraggianti di quelli relativi alla media rilevata nella zona Euro e nei 28 Paesi membri.
Tuttavia, e quello che più conta, è che dalla stessa relazione si evincono previsioni di rincorsa assai positive: nel 2015 l'Italia proseguirà il proprio trend di miglioramento e, in tutti i campi precedentemente menzionati, si avvicinerà ancor più ai dati della media registrata nella zona Euro e nella zona dei 28.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea