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Cooperazione euro-mediterranea

08/05/2014
Cooperazione euro-mediterraneaL'esito positivo delle transizioni democratiche nei Paesi della "primavera araba" passa anche attraverso il maggiore coinvolgimento della società civile: è con questa consapevolezza che l'Unione europea intende rafforzare il proprio ruolo nella promozione della partecipazione attiva dei cittadini nei processi di riforme in corso sulla sponda sud del Mediterraneo.

Oltre 150 rappresentanti di organizzazioni indipendenti, media, mondo accademico e autorità dell'Unione europea e dei Paesi della sponda sud del Mediteranneo, si sono riuniti il 30 aprile scorso a Bruxelles per partecipare al primo "Forum della società civile del vicinato meridionale" (Southern Neighbourhood Civil Society Forum), organizzato dalla Commissione europea, dal Servizio diplomatico europeo e dal Comitato economico e sociale. Protagonisti del Forum sono stati quegli enti, associazioni e organizzazioni che non fanno capo ai Governi e che sono spesso l'asse portante della sollevazione democratica che da tre anni percorre il mondo arabo.

Ne è convinto anche il Commissario all'allargamento e alla politica di vicinato della Commissione europea, Stefan Füle, che ha annunciato un programma di interventi per lo sviluppo degli strumenti di dialogo sociale nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo (Siria, Libano, Giordania, Israele, territori palestinesi occupati, Egitto, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco).

Le autorità europee hanno individuato negli organismi della società civile quelle forze capaci di organizzare e rendere vitale il dialogo democratico tra i Paesi dell'Unione e quelli protagonisti della cosiddetta 'primavera araba'.

La Commissione europea sosterrà questa iniziativa con un primo finanziamento di 1 milione di euro. L'obiettivo è sviluppare ulteriormente le piattaforme e le reti di dialogo già esistenti, ma anche organizzare formazioni e seminari incentrati su problemi regionali come i rifugiati, l'immigrazione e l'ambiente: l'Unione europea vuole focalizzarsi su tematiche di forte impatto sociale quali l'accesso alle risorse idriche, la difesa dei Diritti umani, le politiche di genere e la tutela della libertà di espressione.

In questo senso, ha spiegato il Commissario Füle, un ruolo di particolare importanza lo hanno i media, intesi come il veicolo di elezione per alimentare quella rete di dialogo tra i vari organismi della società civile e tra questi ed i rispettivi governi che è essenziale per lo sviluppo della democrazia.

A questo primo Forum di Bruxelles ne seguirà un altro a giugno 2015 nel quale verranno messi a punto gli strumenti attuativi di questo programma di azione della durata di un anno. Sulla base dei risultati della ''fase pilota'', l'Ue valuterà lo stanziamento di ulteriori risorse in un programma a lungo termine.

Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

Nella foto il Commissario all'allargamento e alla politica di vicinato della Commissione europea, Stefan Füle

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