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Lo sviluppo dei territori veneti passa dai GAL

23/05/2014
Lo sviluppo dei territori veneti passa dai GALI GAL possono essere lo strumento di sviluppo delle aree rurali venete integrando differenti fondi comunitari previsti per la programmazione 2014-2020. Tagliare i GAL sarebbe un passo indietro rispetto all’Europa.

Questo in sintesi è quanto emerso dai diversi interventi tenutisi il 19 maggio scorso a Padova, nell’incontro tra i soci pubblici e privati dei 14 Gruppi d’Azione Locale del Veneto.

Tra i partecipanti erano presenti il presidente di Unioncamere, che ha portato le considerazioni delle CCIAA del Veneto, la presidenza dell’ANCI in rappresentanza dei sindaci, l’UPI in rappresentanza delle Provincie e gli esponenti delle associazioni regionali dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio e dell’industria.

L’incontro è servito a fare il punto sul presente e sul futuro dei GAL. Per il presente hanno parlato i numeri: nella sola programmazione 2007-13 i 14 GAL veneti hanno sostenuto progetti per 180 milioni di euro, cofinanziati per circa 100 milioni. A fronte di 2.100 domande pervenute, ben 1.500 sono state quelle ammesse a finanziamento.

Il futuro invece è incerto: la Regione ha palesato la volontà di dimezzare i GAL e la percentuale dei fondi ad essi dedicata rispetto alla programmazione 2007-2013. Per il prossimo settennato, infatti, dei 14 Gruppi d’Azione Locale, che oggi rappresentano 378 comuni e il 71% del territorio Veneto, ne rimarrebbero soltanto 8 (quelli di montagna, e quelli del Polesine).

L’incontro invece ha sottolineato come tutti i GAL siano stati protagonisti negli ultimi anni dello sviluppo rurale, non solamente finanziando attraverso i bandi le aziende agricole, ma sostenendo anche la valorizzazione turistica ed il recupero del patrimonio storico, architettonico e culturale dei territori in cui operano, attuando una strategia integrata e di sistema volta ad accrescere la qualità della vita e le opportunità economiche di tutti coloro che vivono nelle aree rurali.

Nel 2007-2013 ai 14 GAL è stato affidato l’11% dei fondi del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto.

Nel prossimo settennato la Regione ha deciso di ridurre la percentuale al 5% (il minimo richiesto dall’Europa). Secondo il rappresentante dell’ANCI Veneto, una scelta, questa, che preoccupa e che sembra frutto di una visione accentratrice che non coglie un’altra volta l’opportunità di rendere i territori più responsabili e gli investimenti più efficaci.

A rafforzare questa posizione il rappresentante di Confesercenti regionale che, considerata la capacità e la conoscenza maturata nei GAL, ha sollecitato i Soci ad intervenire attivamente perché, anziché ridurre i GAL e i loro territori si operi per confermare l’attuale assetto territoriale.

Essendo, inoltre, i GAL strutture che hanno la capacità di promuovere il dialogo tra pubblico e privato per favorire interventi di sviluppo integrato, ha proposto ai Soci di sostenere azioni affinché agli stessi sia affidata anche la gestione di risorse provenienti dai fondi FESR, FSE e ove previsto del FEAMP (fondi europei per: sviluppo regionale, sviluppo sociale e affari marittimi e pesca), attraverso il cosiddetto multifondo.

Tale posizione, condivisa da tutti i Soci dei GAL, è stata ripresa anche dal rappresentante di Confindustria, che ha sottolineato l’importanza del “dialogo locale” a sostegno dell’economia, rammaricandosi del fatto che la Regione Veneto non sembra cogliere questa opportunità.

Le proposte avanzate dai GAL del Veneto sono state rilanciate anche dai rappresentanti regionali delle Associazioni agricole presenti all’incontro che, unanimemente, hanno manifestato il loro impegno a sostenere, nei confronti della Regione: la conferma della necessità della presenza dei GAL anche nelle aree di pianura;

il multifondo per garantire la trasversalità degli interventi che caratterizzano lo sviluppo rurale; la semplificazione delle procedure burocratiche, che hanno ridotto le potenzialità dell’azione dei GAL con l’attuale programmazione.

Il vantaggio che potrebbe ottenere il Veneto è stato evidenziato anche dalla Professoressa Patrizia Messina, presidente del corso di laurea in studi Europei presso l’Università di Padova: “le politiche di sviluppo integrate sono un cambiamento radicale e occorre uscire dal corporativismo associativo, per guardare alle esigenze dei territori. Ora la dimensione dello sviluppo non è più solo rurale ed anzi, specie in un contesto come quello Veneto, occorre mettere insieme urbano e rurale”.

Questo contributo è stato ripreso e ribadito anche da altri Soci, in particolare da Pasqualino Codognotto coordinatore del Comitato dei Sindaci della Costa Veneta, che considerano le attuali posizioni della Regione un’opportunità sprecata e, forse, proprio una sconfitta.

All’incontro ha partecipato anche Graziano Azzalin, Vicepresidente della IV Commissione del Consiglio Regionale del Veneto, che ha condiviso le posizioni dei Soci dei GAL, denunciando un deficit di “riflessione politica” e precisando che la questione dei fondi è un falso problema. Ciò di cui, invece, si ha bisogno è che la Regione Veneto “ragioni in modo integrato”, al fine di costruire uno scenario per il futuro.

E il prossimo passo per i 14 GAL del Veneto sarà quello di richiedere un incontro con i vertici della politica regionale.

Per maggiori informazioni: www.gal.veneto.it

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