Premio Giorgio Lago 2014
Una serata che ha espresso il Nordest caro a Giorgio Lago, non già espressione geografica, ma territorio portatore di un insieme di istanze, movimenti, ispirazioni, ambizioni, anche di una diversità culturale e imprenditoriale; quel Nordest ieri sera rappresentato da “I Suoni delle Dolomiti”, la manifestazione diffusa che raduna musicisti dal mondo sulle montagne trentine che ha vinto la categoria cultura; da Gianluca Bisol, presidente dell’omonima e celebre casa vitivinicola del prosecco (categoria impresa); dalla ong Medici con l’Africa Cuamm, l’organizzazione che si occupa della salute delle popolazioni africane (categoria volontariato e terzo settore); da Armin Zöggeler, leggenda dello slittino, ovviamente vincitore della categoria sport; da Sergio Frigo, capo servizio de Il Gazzettino (categoria giornalismo).
Il momento della commozione è giunto alla fine della cerimonia, condotta da Domenico Basso, direttore delle news di Antenna Tre Nordest, quando sul palco è salito Francesco Bonsembiante, presidente di Jolefilm e amico caro del regista Carlo Mazzacurati scomparso il 22 gennaio scorso al quale la giuria del Premio ha assegnato all’unanimità un riconoscimento speciale, dedicandolo alla sua memoria.
Cinque persone e una manifestazione culturale premiati perché incarnano i valori del Nordest, contribuendo a definire quella “dimensione metropolitana” del territorio di cui Giorgio Lago è stato precursore. A questi vanno inoltre aggiunti i tre studenti, “giornalisti in erba”, degli istituti superiori di II grado vincitori del Premio Giorgio Lago Juniores - Alberto Pandolfo, Stefania Favaro, Giacomo Mazzariol.
Per la nona volta e attraverso i premiati il ricordo di Giorgio Lago, direttore per 12 anni del Gazzettino e poi editorialista de La Repubblica e delle testate del gruppo l’Espresso – l’inguaribile riformista, come l’ha ricordato Giuseppe Zaccaria, rettore dell’Università di Padova – ha nuovamente avuto quel giusto risalto che l’Associazione Amici a lui intitolata e presieduta dall’industriale Luigino Rossi si è proposta sin dal 2005, anno della scomparsa del giornalista, e che tenacemente ha coltivato anche in questi tempi di congiuntura negativa grazie ad un convinto gioco di squadra con il contributo del Centro interdipartimentale di Ricerca e Servizi Giorgio Lago istituito dall'Università di Padova, il Comune di Castelfranco Veneto, e gli sponsor, primo fra tutti Veneto Banca.
Nell’incontro non sono ovviamente mancate le parole sul lascito morale e politico di Lago, affidate a Mario Bertolissi, illustre costituzionalista, che nel prologo alla premiazione ha tracciato un acuto ed illuminante parallelo tra le idee e le proposte di “Lago riformatore” e l’attualità, chiedendosi amaramente se la parola riformismo abbia ancora un significato dato l’uso sconsiderato che se n’è fatto in questi anni, inutilmente.
Acuto, forse profetico, Giorgo Lago aveva già colto il pericolo di un “riformismo alla Wanna Marchi”, urlato e fasullo. E così, nel vuoto riformista nel Nordest come nell’intera Italia, ha ammonito Bertolissi, nell’uso “balengo” delle leggi, nella corruzione dilagante, nel potere della burocrazia dentro il caos politico, nella mancanza di rispetto per i cittadini non viene percepita la gravità della decadenza della democrazia partecipativa. Attraverso la passione, il disinteresse, la conoscenza della realtà, il rispetto delle istituzioni Giorgio Lago aveva invece individuato un pensiero di riforma, indicando il federalismo come legame forte al territorio e alla sua cultura e come antidoto a quella globalizzazione che spaventa e impoverisce.
L’appuntamento è adesso per il prossimo anno, per il significativo decimo anniversario del Premio che, nelle intenzioni degli organizzatori, potrebbe essere occasione di importanti evoluzioni di contenuto.
Fonte: Pentastudio
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