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Costruire la crescita: raccomandazioni specifiche 2014

12/06/2014
Costruire la crescita: raccomandazioni specifiche 2014Orientare le riforme per favorire la crescita. Questo, in estrema sintesi, è l'obiettivo delle proposte di raccomandazioni che la Commissione europea ha fatto al Governo italiano lo scorso 2 giugno nell'ambito del semestre europeo.

Le raccomandazioni sono specifiche per ogni Paese UE e si basano sull'analisi dettagliata della situazione di ciascun Paese, fornendo orientamenti su come rilanciare la crescita, aumentare la competitività e creare posti di lavoro nel 2014-2015.Quest'anno è stato posto l'accento sulla creazione di un contesto più favorevole alla crescita sostenibile e all'occupazione in un'economia post-crisi. Sono state rivolte raccomandazioni a 26 paesi (tranne Grecia e Cipro, che stanno attuando programmi di aggiustamento economico), da cui risulta che i progressi compiuti dal 2013 hanno dato risultati positivi.

Infatti la crescita è ripresa, anche nella maggior parte dei paesi colpiti dalla crisi, le finanze pubbliche continuano a migliorare, le riforme nei paesi più vulnerabili stanno iniziando a dare i loro frutti.

Per quanto riguarda l'Italia, la Commissione europea ha raccomandato all'Italia di adottare dei provvedimenti nel periodo 2014-2015 al fine di rafforzare le misure di bilancio per il 2014 alla luce dell'emergere di un possibile scarto rispetto ai requisiti del patto di stabilità e crescita, in particolare alla regola della riduzione del debito.

Questa possibilità era stata in precedenza sollevata al momento della pubblicazione delle previsioni di crescita diffusa nella primavera 2014 da parte della Commissione.

La seconda raccomandazione ci invita ad avanzare con la riforma fiscale trasferendo ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio; vagliare l'adeguamento delle accise sul diesel a quelle sulla benzina e la loro indicizzazione legata all'inflazione, eliminando le sovvenzioni dannose per l'ambiente; perseverare nella lotta all'evasione fiscale e adottare misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare.

Si raccomanda, inoltre, uno Stato più efficiente precisando le competenze a tutti i livelli di governo, garantendo una migliore gestione dei fondi dell'UE, migliorando la capacità di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di qualità a livello regionale e potenziando ulteriormente l'efficacia delle misure anticorruzione. Per quanto riguarda banche e credito, occorre promuovere l'accesso delle imprese, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, ai finanziamenti non bancari.

La quinta raccomandazione riguarda le politiche a favore dell'occupazione e si invita il Governo a valutare entro la fine del 2014 gli effetti delle riforme del mercato del lavoro. Per il settore scolastico, la Commissione propone di attivare il sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici. Riguardo alle imprese, l'Italia viene invitata ad approvare la normativa in itinere volta a semplificare il contesto normativo a vantaggio delle imprese e dei cittadini e a colmare le lacune attuative delle leggi in vigore.

Infine, i trasporti: l'Autorità di regolazione dei trasporti va resa operativa entro settembre 2014 e va approvato l'elenco delle infrastrutture strategiche del settore energetico. Si raccomanda inoltre di potenziare la gestione portuale e i collegamenti tra i porti e l'entroterra.

Una volta formulate dalla Commissione, l'adozione finale delle raccomandazioni spetta ai governi nazionali – sia a livello ministeriale (Consiglio UE) che a livello di premier (Consiglio europeo). Questo processo di analisi, di coordinamento delle politiche economiche a livello europeo e di formulazione delle raccomandazioni è noto come "semestre europeo" perché occupa generalmente la prima parte di ogni anno.

Si concluderà formalmente l'8 luglio, con l'approvazione delle raccomandazioni da parte dall'Ecofin, ossia il Consiglio UE dei ministri delle Finanze dei 28 Paesi. A quel punto spetterà agli Stati membri metterle in atto, integrandole nell'elaborazione dei bilanci nazionali e delle altre politiche pertinenti per il 2015.

Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

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