Olio: biologico col trucco, ma scoperti contraffattori
Gli inquirenti hanno scoperchiato un giro d’affari illecito, stimato in 30 milioni di euro, e che ha portato all’arresto di 16 persone in Puglia al sequestro di 400 tonnellate di prodotto di dubbia e incerta provenienza.
Gli imprenditori accusati, con la complicità di indagati calabresi trasformavano olio di oliva comunitario in olio 100% italiano biologico che poi spacciavano fraudolentemente come tale sul mercato sfruttando il valore aggiunto delle menzioni made in Italy e biologico.
In Italia, secondo l’osservatorio economico di Unaprol, il 14% di tutta la superficie coltivata a biologico è olivicola pari a circa 165mila ettari. La produzione Bio risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%).
Produrre biologico costa di più ma proprio per questo si possono scontare sul mercato prezzi maggiori facendo leva sul concetto di produzione rispettosa dell’ambiente, molto apprezzata anche sotto il profilo etico. L’olio extra vergine di oliva 100% biologico veramente italiano, comunica Unaprol sconta, all’origine, prezzi maggiori che oscillano tra il 15 ed il 20% in più dell’extra vergine convenzionale.
Margine di prezzo che al consumo registra aumenti anche del 105%; più del doppio - in pratica - rispetto al prezzo dell’extra vergine convenzionale sullo scaffale degli iper e supermercati.
Il danno di immagine ha molte facce. Economico, perché truffa i consumatori e ruba ai produttori onesti; di bandiera, perché indebolisce il made in Italy in tutto il mondo con una predita di immagine; di origine perché in questo modo il vero prodotto italiano perde valore sui mercati.
Bene quindi l’indagine della Procura della Repubblica di Trani e della Guardia di Finanza per l’azione trasparenza sul falso biologico.
“In Italia – afferma Unaprol i controlli ci sono e funzionano meglio di altrove perché c’è competenza e inquirenti ed investigatori sanno dove guardare grazie anche a leggi come la salva made in Italy per l’olio extra vergine di oliva varata dal Parlamento italiano”.
Olio i dati del settore: la scheda Unaprol
Roma - L’azione di Unaprol, consorzio olivicolo italiano si svolge, da sempre, in un settore in continua espansione dei mercati ed evoluzione dei consumi. Il consorzio olivicolo italiano opera in armonia con la legislazione nazionale e comunitaria e nel rispetto della normativa COI (Consiglio Oleicolo Internazionale) e sostiene l’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare costituito da Coldiretti e presieduto dal Giancarlo Caselli.
In base ai dati elaborati dall’osservatorio economico di Unaprol risulta che la produzione mondiale di olio di oliva, (3milioni di tonnellate circa), si concentra nell’Unione europea che registra un livello produttivo pari a circa 2,3 milioni di tonnellate e mostra una progressione del 58% rispetto alla campagna 2012/2013.
L’Italia detiene una quota pari al 20% della produzione comunitaria. L’olivicoltura italiana si estende su una superficie di 1.123.330 ha, con un numero di aziende agricole che sfiora le 900.00 unità.
I consumi a livello mondiale mostrano stabilità (circa 3 milioni di tonnellate). Le aree di consumo più importanti sono l’Europa con il 57% e Gli Stati Uniti D’America con il 10% del totale. Nel Paese operano, secondo i dati Agea riferiti a giugno 2013, circa 3760 frantoi attivi. La produzione nazionale della campagna 2013/2014, in base alle previsioni Ismea, dovrebbe attestarsi intorno alle 480 mila tonnellate (-8% rispetto alla precedente).
Per gli scambi con l’estero alla fine del 2013 la bilancia risulta attiva con +151 milioni di euro. A giugno 2014, secondo i dati forniti dal Mipaaf il settore presenta la seguente situazione: produzione 465mila ton.; import 593mila ton.; export 354mila ton.; consumi 699mila ton..
Il 76% delle vendite made in Italy all’estero appartiene alla categoria degli oli di pregio (vergini + extravergini). I principali mercati di sbocco sono rappresentati da Usa e Germania; ottima anche la posizione del Giappone. Per le Dop l’Italia con 43 denominazioni (42 Dop e 1 Igp), detiene il 38% delle designazioni di origine dei marchi europei.
Segue la Grecia con 29 e la Spagna con 27. Per le produzioni Bio, il 14% delle superfici Bio, pari a 164.488 ha, sono appannaggio dell’olivicoltura e la produzione di olio biologico risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%).
Fonte: Unaprol
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