Ecco chi sono le donne in giuria a Venezia 71
Il Premio Pulitzer del 2000, Jhumpa Lahiri , nata a Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti, non è una novità per Venezia : nell'aprile di quest'anno è stata ospite di Incroci di Civiltà per presentare il suo ultimo lavoro. E la sua frequentazione col cinema risale al 2006, anno in cui Mira Nair ha tratto il film'Il Destino nel Nome' dal suo romanzo omonimo.
In molti suoi lavori colpisce l'attenzione dedicata al viaggio turistico ed al modo in cui approfondisce un altro segno distintivo della modernità : l'emigrazione , esplorando con sensibilità questa dicotomia.
L'ancora fulgida bellezza di Joan Chen deve aver spinto gli organizzatori a questa scelta . Infatti nonostante una filmografia strepitosa con registi come Ang Lee e David Lynch, con piu' di 50 interpretazioni, la piu' famosa delle quali è nel 'L'ultimo imperatore' di Bernardo Bertolucci, l'atrice cinese, piuttosto ondivaga, un paio di volte si è aggiudicata il premio come peggior interprete. Nel 2000 poi si cimenta come regista dirigendo 'Autumn In N. Y.', lacrimosissimo drammone con Richard Gere e Winona Ryder. Ma nel 2007 si risolleva a Torino con il premio 'miglior attrice' per il film 'The Home Song Stories' di Tony Ayres dove, a suo dire, ha usato tutta l'esperienza dei suoi 31 anni di carriera .
Quanto a Sandy Powell, la costumista inglese prediletta di Scorsese, si dice di lei che abbia vinto piu' Oscar di De Niro e Meryl Streep. Sono 3 infatti le statuette che si è meritata con 'Shakespeare In Love', ' The Aviator' e 'The Young Victoria', ed addirittura 8 sono le nominations. Da sua madre imparò a cucire gli abiti per le sue bambole. 'Sono sempre stata in mezzo ai vestiti, e mi sono sempre fatta il guardaroba da sola.’ A dispetto della sua aria minuta e dolce è considerata ad Hollywood una vera potenza : in ogni film dirige mediamente dalle 10 alle 20 persone. Per lei il compito del costumista è contribuire a rendere credibile un personaggio e per questo non permette a nessuno degli attori che veste , di essere insofferente o troppo esigente.
'Dopotutto soffriranno per un paio di settimane, io ci ho lavorato per un anno .'
Comunque, poichè l'80 per cento del suo lavoro è fatto pure di sottile psicologia, riesce ad essere suadente con loro per convincerli a fare del loro meglio in favore del personaggio che interpretano. Se le si chiede cosa non andrà mai fuori moda per gli uomini risponde :'Un completo di sartoria che cada a pennello....'
E veniamo a Jessica Hausner, la giovane regista austriaca che nel 2009 proprio a Venezia vinse il premio Fipresci con 'Lourdes', la cui protagonista è il simbolo del desiderio di poter vivere la vita pienamente, spezzando le catene della malattia.
E quest'anno a Cannes Hausner ha confermato il talento che la fa essere oggi una delle cineaste di punta , in una ricerca che mette costantemente alla prova i limiti dell'immaginario. Nonostante il titolo scelto per il suo nuovo film -al Certain Regard- 'Amour Fou', Hausner spoglia di qualsiasi natura romantica l'incontro tra Henriette ed il poeta malato dell' angoscia di vivere Heinrich von Kleist, prediligendo com'è nelle sue corde, la cifra del disvelamento ironico, dell'analisi della mitologia ,della rappresentazione sentimentale , per mostrarne il lato crudele e forse comico.
Mariateresa Crisgiovanni