L'Europa investe nella protezione dei litorali
Soprattutto, tali catastrofi possono manifestarsi in zone turistiche e ad alta densità di popolazione, comprese le coste del più tranquillo Mediterraneo. Se a questo fatto si aggiunge che il livello delle acque è in comunque in rialzo a causa del cambiamento climatico, risulta chiaro perché, all'interno del quadro di programmazione europea 2007-2013, siano stati lanciati i progetti MICORE e THESEUS, finanziati dall'Ue allo scopo di garantire una maggiore sicurezza dei litorali.
Il primo, che ha ricevuto risorse per 3.5 milioni di euro, ha portato alla creazione di un sistema di allerta meteo riproducendo i pericoli causati dalle ondate delle tempeste. Esso ha integrato la meteorologia, la geomorfologia, l’oceanografia e anche l’ingegneria costiera, per lo studio e la gestione degli impatti socio-economici. Questo allo scopo di migliorare il livello di sicurezza pubblica in termini di previsione e reazione alle catastrofi. MICORE, infatti, funziona tramite un codice open source che fornisce informazioni riguardo alle condizioni delle onde o della marea, oltre ad informazioni su luoghi specifici in tutte le nove zone costiere studiate, che vanno dal Mar Nero al Mar Mediterraneo, includendo anche le aree atlantiche di Portogallo, Spagna e Irlanda. In Italia, è stato studiato il litorale emiliano-romagnolo, con un monitoraggio specifico nella zona compresa tra Savio e Lido di Dante. Oltre alla Regione, il progetto ha coinvolto sedici partner tra i quali l’Arpa, l’Università di Ferrara (coordinatrice) e numerosi istituti di ricerca o università di alcuni Stati membri. Sia nel corso che al termine dello studio (ultimato nel 2011), sono stati messi a disposizione prototipi gratuiti con informazioni in tempo reale. Il progetto, inizialmente sperimentato solo su una spiaggia, è adesso applicato a tutti i 130 km di costa dell'Emilia-Romagna e secondo il coordinatore di MICORE Paolo Ciavola, dell'Università di Ferrara, esso può ritenersi esportabile anche ad altre realtà.
Parallelamente ad esso è stato lanciato THESEUS, focalizzato più in generale sulla gestione delle coste. Con un budget di 6.5 milioni di euro, esso riunisce un consorzio di 31 enti di ricerca e università allo scopo di garantire litorali a basso rischio per l'utilizzo da parte dell'uomo e habitat sani per le zone costiere che si trovano di fronte un'ampia varietà di cambiamenti, tra cui quello climatico. Per realizzare tale obiettivo, è stato sviluppato un approccio olistico, partecipativo e interdisciplinare basato sul modello concettuale "fonte - percorso - recettore – conseguenza" (SPRC: source – pathway – receptor - consequence). Focalizzato su 8 siti di studio (compresa l’Emilia-Romagna), il progetto ha dato particolare importanza agli ambienti costieri più vulnerabili, come i delta, gli estuari e le paludi, dove molto spesso si trovano grandi città e zone industriali. I risultati saranno inseriti in un libro di linee guida a supporto del processo decisionale, dedicato a chi gestisce le coste e a chi assume le decisioni, in modo da definire le strategie ottimali per ridurre al minimo il rischio negli scenari a breve, medio e lungo termine.
Fonte: Commissione Europea