Ronchi e Pecoraro Scanio, vergogna verde
11/10/2014
Napoli, 11 Ottobre 2014, Forum Internazionale dell’Informazione, tavola rotonda “Sicurezza alimentare e qualità del cibo”, coordina Edo Ronchi (già discusso ministro dell’Ambiente ed oggi presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile), relatori: rappresentanti del Ministero della Salute, di Coldiretti, di Biodiversity International, di MediaEatResearch ed anche Alfonso Pecoraro Scanio (mai rimpianto ministro ed ora presidente della Fondazione Univerde). Irrompe una quindicina di persone, perlopiù donne e perlopiù giovani, precedute da un “fisicato” a fare spazio; interrompono gli interventi, srotolano uno striscione “Stop Biocidio” davanti al tavolo e chiedono la parola. Dopo un po’ di spaesamento, grazie alla mediazione degli organizzatori del network “Greenaccord”, i toni si abbassano ed una matura rappresentante del “commando”, chiedendo scusa per la concitazione, racconta la storia incredibile della Terra dei Fuochi e delle sue genti, sconcertando soprattutto i giornalisti stranieri presenti. Dopo il breve intervento ringrazia, il drappello riarrotola lo striscione, dietro al quale tornano a sedersi i relatori e, magia, sono spariti i due ambientalisti di lungo corso (Ronchi e Pecoraro Scanio), immemori evidentemente di quando a contestare erano loro. Il motivo dell’inconsistenza dell’”arcipelago verde” italiano è tutta qui: l’autoreferenzialità presuntuosa di chi non accetta il confronto critico e vivace, non accorgendosi che i contestatori manco li avrebbero “filati”, ingrati verso i verdi “sbiaditi” e interessati solo al Ministero della Salute.
Edo e Alfonso, una figuraccia patetica, mentre i presenti restavano basiti di fronte alle domande lanciate da chi vede ancora bambini e adulti morire di tumori, causati dall’ambiente inquinato dalla camorra: perché non viene applicato il decreto legge dello scorso inverno? Perché non arrivano, alle A.S.L. casertane, i soldi promessi per screening di massa? Perché lo Stato non interviene per spegnere definitivamente i falò ammorbanti, che distruggono la locale agricoltura e la sua economia? Vorremmo saperlo anche noi.
Il Direttore
(Fabrizio Stelluto)