Marcon festeggia la sua cittadina più longeva: Prima Brentel, ha spento ieri 101 candeline. Una vita piena d’amore e di semplicità, tra l’affetto della sua famiglia e di tutti i cari che, con immenso orgoglio, hanno festeggiato questo evento. Nata nel 1913 a Quarto d’Altino, senza volontari giochi di parole, è l’ultima di nove fratelli, cresciuti in un epoca storica in cui si sapeva tutto, ma non lo si sapeva scrivere: “Nessuno di noi sapeva fare la firma – racconta – ma tutti andavamo ogni domenica a messa, anche con gli stivali sporchi di fango. Non sono mai andata a scuola e parlo solo il dialetto, ma la grinta è sempre stata la mia forza.”
A farle visita, nella sua casa anche il Sindaco di Marcon, Andrea Follini per portarle gli auguri a nome dell’intera cittadinanza e a riconoscere con lei la storia di un Paese che da pochi abitanti, oggi ne conta oltre 17.000.
Nel corso degli anni, Prima, ha fatto visita solo due volte all’ospedale e ancor oggi, quotidianamente, passa la lucidatrice, fa da mangiare, gioca con i suoi pronipoti, cura le sue piante e gioca a carte. “Il mio segreto è sempre stato mangiare, bere e lavorare – svela - dico tre-quattro rosari al giorno e ogni mattina guardo la messa alla televisione.”
Lucida di testa e ancor più di spirito è capace a fare i conti e a contare i suoi euro: pressoché impossibile ingannarla, ci confidano i suoi figli.
“L’unica paura che ho – confessa – è quella del temporale. Quando siamo venuti qui a Marcon, abitavamo in una baracca, che durante una tempesta è crollata. Ancor oggi, quando piove, accendo un cero alla Madonna, perché il tempo cambi.”
Un elisir di lunga vita invidiabile insomma, alimentato da una famiglia amorevole e testimoniato dall’entusiasmo di chi, con pudore, da 101 anni coltiva il gusto per le piccole cose importanti della vita.

Micol Stelluto