Ue, leggera crescita e bassa inflazione per il prossimo autunno
"La situazione economica e dell'occupazione non sta migliorando con sufficiente rapidità", ha dichiarato Katainen.
Per il 2014 il PIL reale dovrebbe aumentare fino all'1,3% nell'Ue e allo 0,8% nell'area euro, per poi salire lentamente nel corso del 2015, rispettivamente fino all'1,5% e all'1,1%, grazie ad una maggiore domanda interna ed estera; per un'accelerazione maggiore bisognerà attendere il 2016, con livelli del 2,0% e dell'1,7% dovuti a un rafforzamento del settore finanziario, dopo gli ulteriori progressi dell'Unione bancaria e ai primi frutti delle riforme strutturali attuate recentemente dagli Stati membri.
Appare quindi debole la ripresa dell'Unione europea, soprattutto se confrontata con quelle avute da altre economie avanzate a seguito di crisi finanziarie, anche se la domanda interna dovrebbe beneficiare degli effetti della politica monetaria attuata dalla Bce e con un recupero graduale di investimenti privati, anche grazie alla riduzione degli oneri sui debiti privati.
Si attende altresì una leggera svolta in positivo per quanto riguarda i consumi privati, sostenuti dal basso livello dei prezzi delle materie prime e dall'aumento dei redditi disponibili grazie anche al graduale miglioramento, che si registrerà nel mercato del lavoro.
Il tasso di disoccupazione si presenterà, infatti, moderatamente inferiore. Passerà al 9,5% nell'UE e al 10,8% nella zona euro, dati rassicuranti dal momento che si partiva da livelli piuttosto alti. Per quanto riguarda, invece, l'inflazione, il trend continua ad essere in calo.
Il disavanzo degli Stati membri diminuirà ulteriormente: 3% Ue e 2,6% nella zona euro, mentre il rapporto deficit/PIL registrerà un picco dell'88,3% e del 94,8%.
Permangono tuttavia i rischi al ribasso per le prospettive di crescita, a causa delle tensioni geopolitiche, della fragilità dei mercati finanziari e del rischio di incompleta attuazione delle riforme strutturali.
"Non vi è una soluzione univoca"- ha detto Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari –"dobbiamo agire su tre fronti: politiche di bilancio credibili, riforme strutturali ambiziose ed investimenti sia pubblici che privati". Le responsabilità, nelle parole del Commissario, sono, a questo punto sia delle autorità europee, sia dei governi nazionali.
Per l'Italia, le previsioni sono in linea con quelle europee. La variazione del PIL, quindi, dal -1,9% dello scorso anno avrà un'inversione positiva fino ad un 1,1% nel 2016. L'inflazione crescerà fino al 2%. La disoccupazione si mantiene stabile. Il rapporto debito/PIL aumenterà fino al 132%.