Bene i Contratti di Fiume, ma vincolanti e assunti negli strumenti urbanistici
Lo dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo a Firenze al convegno “I Contratti di Fiume per la sicurezza idraulica della Toscana”, organizzato all’Accademia dei Georgofili dall’Unione Regionale Bonifiche Toscana (U.R.B.A.T.).
I Contratti di Fiume sono un innovativo strumento di pianificazione del territorio “dal basso”, già operativi all’estero, ma solo da poco introdotti in Italia. Prevedono il confronto, attorno al medesimo tavolo, di tutti i “portatori di interesse” (stakeholders) operanti sullo stesso corso d’acqua, di cui si punta ad una gestione condivisa della risorsa. Tale spirito è alla base anche di ulteriori declinazioni di tale strumento, quali i Contratti di Foce o di Falda.
“I Consorzi di bonifica, in quanto esempio di autogoverno del territorio, non possono che salutare con grande interesse il diffondersi dei Contratti di Fiume, di cui sono tra i soggetti proponenti – aggiunge il Direttore Generale A.N.B.I. - E’ però necessario che le scelte condivise all’interno di tale “tavolo di concertazione” vengano assunte dagli strumenti di pianificazione urbanistica. In questo senso, si guarda con attenzione alla Regione Lombardia, dove la recente legge per limitare il consumo di suolo rappresenta un passo importante per la manutenzione del territorio, cui il lavoro agricolo dedica quotidiana attenzione; l’iniziativa legislativa lombarda è inoltre un esempio positivo per la valorizzazione di un nuovo modello di sviluppo, di cui identità territoriale e made in Italy agroalimentare sono tratti determinanti e serbatoio di occupazione.”
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