Piano di investimenti: Commissione Ue incoraggia riforme strutturali
A nome dell'esecutivo Ue, i vicepresidenti Jyrki Katainen e Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici, lo scorso 14 gennaio, hanno presentato una nuova guida dettagliata sull’applicazione delle norme vigenti del Patto di stabilità e crescita per il rafforzamento del legame tra riforme strutturali, investimenti e responsabilità fiscale, a sostegno della crescita e dell'occupazione.
La guida, che la Commissione applicherà sin d'ora, definisce tre obiettivi principali: incoraggiare l'effettiva attuazione delle riforme strutturali; promuovere gli investimenti (in particolare nel contesto del nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici); tenere in maggiore considerazione il ciclo economico dei singoli Stati membri.
La Commissione ha rassicurato questi ultimi sul metodo di applicazione del Patto, basato sulla parità di trattamento tra tutti gli Stati membri e sulla prevedibilità delle regole.
Il vicepresidente per l'euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, e il commissario per gli affari economici e finanziari, Moscovici, hanno affermato la necessità di facilitare le riforme strutturali e gli investimenti, per stimolare la crescita e creare più posti di lavoro in Europa, sottolineando come la responsabilità fiscale sia una condizione necessaria, ma non sufficiente, alla crescita.
In materia di riforme strutturali, la Commissione terrà conto dell'impatto fiscale positivo, che vale, in misura diversa, sia per gli Stati membri che rispettano il Patto di Stabilità (ossia soggetti al braccio preventivo del Patto), che quelli non rispettano alcuni parametri e sono quindi soggetti al braccio correttivo del Patto.
Per i primi, tra cui l'Italia, la Commissione terrà conto dell'impatto delle riforme (la cosiddetta "clausola di riforme strutturali"), a condizione che: 1. siano rilevanti; 2. abbiano effetti finanziari positivi verificabili nel lungo periodo (compreso il rafforzamento del potenziale di crescita sostenibile); 3. siano effettivamente applicate.
La Commissione valuterà attentamente le riforme, prima di consentire possibili deviazioni sull'obiettivo di medio termine di bilancio (OMT) o sul percorso di aggiustamento fiscale.
Tali deviazioni non devono superare lo 0,5% del Pil, così da garantire un margine di sicurezza necessario al rispetto del 3%, valore di riferimento. Quando viene avviata una procedura per i disavanzi eccessivi, invece, la Commissione può raccomandare un termine più lungo per la correzione del disavanzo, a condizione che esista un piano di riforma strutturale dedicato.
Per i paesi in procedura per disavanzi eccessivi, che hanno però attuato lo sforzo di bilancio richiesto, ma che necessitano di più tempo per raggiungere il valore di riferimento del 3%, la Commissione può concedere più tempo per la scadenza di correzione, a condizione che esista un piano di riforma strutturale dedicato.
In relazione al piano di investimenti per l'Europa, reso pubblico lo scorso novembre, la Commissione ha espresso l'intenzione di riservare un trattamento di favore per i contributi nazionali all'EFSI: essi, infatti, non saranno compresi nel definire il risanamento dei conti pubblici né del braccio preventivo, né del braccio correttivo del Patto.
Nel caso in cui il valore di riferimento del disavanzo del 3% non sia rispettato, la Commissione non avvierà una procedura per disavanzo eccessivo, se è dovuto al contributo, a condizione che la deviazione sia modesta e temporanea.
Ulteriori precisazioni sono poi state fornite in merito alla "clausola di investimento".
Gli Stati membri del braccio preventivo del patto potranno deviare temporaneamente dal proprio obiettivo di bilancio a medio termine o dal percorso di aggiustamento fiscale concordato verso di esso, al fine di ospitare gli investimenti, alle seguenti condizioni: la crescita del loro Pil è negativa o, comunque, rimane ben al di sotto del suo potenziale (determinando un gap superiore all'1,5% del Pil); la deviazione non comporta il mancato rispetto del valore di riferimento del disavanzo del 3% e viene mantenuto un adeguato margine di sicurezza; i livelli di investimento, in conseguenza, sono effettivamente aumentati.
La Commissione non propone alcuna modifica delle norme esistenti, pertanto, non sono necessarie misure legislative e la nuova guida può essere immediatamente applicata.
La Commissione avvierà un dialogo con gli Stati membri e il Consiglio per fornire tutte le spiegazioni necessarie in vista delle prossime tappe, in particolare la presentazione dei programmi nazionali di riforma e stabilità, previsti per la primavera 2015.
Come convenuto dal Consiglio europeo di dicembre, una relazione su tali questioni dovrebbe essere presentata ai capi di Stato e di governo a giugno 2015.
Nell'ambito del suo programma di lavoro per il 2015, la Commissione si è impegnata a compiere ulteriori passi verso la sovranità condivisa nella governance economica. Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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