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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Comuni e tasse : è Bovolone (Verona) il più attrattivo

09/02/2015
E’ Bovolone con 790,48 punti, il Comune veneto più attrattivo dal punto di vista fiscale. Questo il risultato della classifica elaborata dal Centro studi di Confartigianato Veneto (che ha preso in considerazione i 52 comuni della regione oltre i 5.000 abitanti e con il maggior numero di imprese) e presentata in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il Presidente Luigi Curto i due Vice Antonio Morello e Severino Dal Bo, il responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato nazionale Enrico Quintavalle ed il Presidente UPA Padova Roberto Boschetto.
Dietro al municipio veronese si trova il veronese Zevio (762,65), quindi Oderzo (752,88), Legnago (748,85) e Mogliano Veneto (746,56). In sintesi sono 26 i comuni del campione che hanno riportato un valore dell’indice al di sopra della media (606,90). Per Rosà (606,80), Feltre (603,82), e Abano Terme (592,18) si evidenziano invece livelli molto vicini al dato medio. I comuni meno virtuosi, limitatamente al campione, sono risultati Monselice (409,19), Vigonza (379,05) e Rubano (366,88).
Questa seconda edizione della ricerca, oltre ad ampliare in modo considerevole i Comuni analizzati, considera anche una nuova tassa, la TASI. I dati esaminati ad aprile non la prevedevano in quanto riferiti all’anno 2013). L’introduzione di tale tributo ha modificato le posizioni dei sette comuni capoluogo di provincia. Il più attrattivo risulta ora Vicenza (636,13) che si colloca al 22° posto nel ranking. Scendendo nella graduatoria troviamo in 32ª posizione Verona (579,07), seguito da Treviso (570,97; 35ª posizione), Belluno (568,13; 37ª posizione), Padova (541,35; 40ª posizione), Rovigo (539,99; 41ª posizione) e Venezia (512,35; 43ª posizione).
In merito all’IMU, i comuni più virtuosi risultano Vicenza, Cittadella, Vigonza, Mogliano Veneto, Scorzè, Negrar, Campodarsego, Bovolone, Valeggio sul Mincio, Zevio e Pieve di Soligo, dove l’aliquota risulta essere pari allo 0,76%. Tra i municipi campione, Venezia, Rovigo, San Bonifacio, Porto Tolle, Piove di Sacco, Adria, San Martino Buon Albergo, Feltre e Pescantina sono quelli con aliquota IMU più elevata (tutti 1,06%).
Come detto, a partire dal 2014 è stato introdotto un nuovo tributo locale, la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili) che riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività. Molti comuni hanno scelto di adottare un’aliquota nulla per alcune tipologie di fabbricati. I centri più vantaggiosi (ovvero quelli con aliquota pari a zero) sono tra gli altri Venezia, Padova, Rovigo, Bassano del Grappa e San Donà di Piave; Treviso e Verona, con un’aliquota pari allo 0,25%, sono invece i comuni meno virtuosi..
Il municipio più “vantaggioso”, relativamente al tributo sui rifiuti (TARI/TARES), è Valdagno (circa un euro al metro quadrato); maglia nera a Venezia (indice pari a 10,57; tariffa pari a 9,57 euro).
In merito agli oneri di urbanizzazione, in vetta alla classifica sta Rosà (6,03 euro al metro quadro); di converso, il comune più oneroso è San Martino Buon Albergo (25,64 euro al metro quadro; indice pari a 22,68).
Relativamente all’addizionale IRPEF, Cittadella è il comune più vantaggioso, non avendo mai istituito l’addizionale IRPEF; al contrario, la maggior parte dei comuni adotta un’aliquota pari allo 0,8% (indice pari a 0,12).
Considerando, poi, la tariffa media relativa al servizio idrico, il luogo più virtuoso risulta essere Jesolo (0,63 euro al metro cubo); i peggiori sono invece Bassano del Grappa, Cittadella, Vigonza, Rubano, Campodarsego, Cassola, Rosà e Montegrotto con 3,36 euro al metro cubo (indice pari a 18,76).
Infine, in merito alla tariffa relativa a fognature e depurazione, il comune più competitivo, anche in questo caso, è Jesolo (0,55 euro al metro cubo); la tariffe più elevate riguardano invece Bassano del Grappa, Cittadella, Vigonza, Rubano, Campodarsego, Cassola, Rosà e Montegrotto (tutti con 1,37 euro; indice pari a 40,16).

“Una bassa pressione tributaria può rappresentare un elemento di maggiore attrattività per le imprese? A nostro avviso la risposta è affermativa –ha affermato Luigi Curto-. Sempre di più un’impresa, in particolare se è piccola, nello scegliere dove localizzarsi prenderà in considerazione, tra le diverse variabili, anche la tassazione locale. È proprio per questo che abbiamo voluto calcolare questo indice di attrattività fiscale dei comuni veneti”.
“Territorio e cultura artigiana sono due specificità che da sempre tendono a legarsi naturalmente –ha proseguito-. Il territorio fu centrale nell’immediato dopoguerra nella produzione di ricchezza e nella creazione di quel sistema, basato sul capitalismo personale, che ha contribuito al nostro grande sviluppo economico. Capitalismo personale, familiare e locale che non è stato affatto superato dal successivo sviluppo delle reti. Dopo che la globalizzazione sembrava aver chiuso gli spazi esistenziali per i “venditori” di lavoro organizzato, che avevano rappresentato quel “modello veneto” al quale mondo aveva guardato con attenzione, ecco che il territorio torna protagonista di un possibile nuovo deal in una trama che lo unisce a: manifattura, cultura e innovazione. Il territorio non deve essere infatti solo coltivato, abitato e attraversato o diventare luogo di insediamento produttivo; può richiedere anche di essere conservato, protetto, valorizzato, narrato, “venerato” o diventare fonte di ispirazione. I territori sono quindi storicamente, per il mondo artigiano, un fattore competitivo positivo. Cosa non più del tutto vera da quanto si è innescato nel nostro Paese quel fenomeno di trasferimento della pressione fiscale dal livello nazionale a quello locale. Un peso, quello della tassazione locale sulle imprese, notevolmente aumentato in questi ultimi anni e soprattutto in modo per niente omogeneo. La fiscalità territoriale è oramai un fattore di politica economica in mano a Sindaci ed amministratori locali che non può e non deve essere ne banalizzato ne sottovalutato”.
“Le tasse locali –ha concluso Curto- sono aumentate del 190% dal 1997. Un incremento di gran lunga superiore a quello nazionale, che si è assestato nello stesso periodo al 42%. Per questo motivo, a partire da questa iniziativa, intendiamo avviare per il tramite delle nostre associazioni provinciali un confronto con le amministrazioni locali. Ci aspettiamo che parta un cammino di maggiore attenzione. Troppo spesso la Politica locale appare troppo preoccupata dei bilanci e invece poco del peso che la tassazione ha sui bilanci delle imprese e delle famiglie”.

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