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Crisi Libia: negli ultimi 3 mesi crollo vendite del made in Italy del 35,1%

20/02/2015
Crisi Libia: negli ultimi 3 mesi crollo vendite del made in Italy del 35,1%L’escalation della crisi in Libia (la Farnesina il 15 febbraio scorso ha segnalato che “l’Ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso temporaneamente le proprie attività fino a nuovo avviso") sta pesantemente condizionando l’andamento dell’interscambio commerciale con in nostro Paese.

Nell’ultimo trimestre disponibile, settembre-novembre 2014, il made in Italy verso la Libia crolla del 35,1%. Nei primi 9 mesi del 2014 la contrazione è stata del -29,3%.

“La nostra regione è in “prima linea” in questa nuova emergenza –dichiara Luigi Curto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto- e con essa le piccole e medie imprese che sono parte attivissima nelle esportazioni anche verso la Libia.

In un solo anno partono dalle nostre imprese beni e manufatti (non energetici) per oltre 146milioni di euro, il 13,9% di tutte le esportazioni verso il Paese africano.

Il Veneto è la seconda regione dopo la Lombardia. Unica nota positiva –prosegue Curto- è il calo più contenuto subito dai nostri produttori (-23,7%) rispetto a quanto hanno dovuto subire in media le esportazioni italiane nel complesso (-29,3%), ed in particolare i nostri “vicini” lombardi (-30,6%) ed emiliani (-37,2%)”.
Oltre i due terzi delle esportazioni non energetiche verso la Libia provengono da cinque regioni italiane: Lombardia con il 23,3%, Veneto con 13,9%, Emilia-Romagna con 12,0%, Toscana con 9,5% e Campania con 9,4%.

Se si guarda alle province maggiormente esposte, troviamo che ben tre - Padova, Verona, Vicenza- sono nelle prime 10 posizioni. Padova, la prima delle venete, è quinta con oltre 40 milioni di export di beni made in Italy esclusi gli energetici, seguita da Verona, sesta è Vicenza in settima posizione.

A parte le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati, che valgono la metà circa delle nostre esportazioni (56%), i settori interessati dagli acquisti dalla Libia sono: Macchinari e apparecchiature (9,6%), Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (7,1%), Prodotti alimentari (4,4%), Autoveicoli (3,2%), Prodotti delle altre industrie manifatturiere (2,7%; la metà rappresentato da Gioielleria, e pietre preziose lavorate).

“Spero, per il bene dell'economia regionale, -conclude Curto- che la situazione del paese nord-africano si risolva al più presto anche alla luce delle molte aziende che avevano con determinazione instaurato proficui traffici commerciali. Va sottolineato infatti che l’export italiano nel 2013 aveva recuperato i livelli precedenti alla crisi del 2011 connessa con la guerra civile in Libia. L'evolversi della situazione nel paese Nordafricano lascia comunque qualche speranza di ripresa.

La speranza forte è che il nuovo Consiglio Nazionale Transitorio possa riconoscere al più presto il trattato italo-libico siglato nel 2008 e permetta la ripresa dei contratti e degli appalti".Fonte: Confartigianato Imprese Veneto

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