La Francia ospiterà a fine anno la Conferenza 2015 sul clima
La posta in gioco è alta. La conferenza ONU in programma a cavallo tra i prossimi mesi di novembre e dicembre a Parigi tenterà infatti di segnare una tappa decisiva nei negoziati sul futuro accordo internazionale per il dopo 2020.
Obiettivo: adottare gli orientamenti decisi in occasione della Conferenza di Durban del 2011, a cominciare dalla necessità che tutti i paesi, fra cui i maggiori “inquinatori” di gas a effetto serra (sia sviluppati che in via di sviluppo) si impegnino per un accordo universale costrittivo sul clima.
La Francia, padrone di casa, ha già detto che punta a raggiungere un accordo applicabile a tutti i Paesi, sufficientemente ambizioso per consentire di raggiungere l’obiettivo dei “due gradi centigradi” e dotato di una efficacia giuridica costrittiva.
L’accordo dovrà trovare un equilibrio tra l’approccio di Kyoto (1997) - una divisione matematica degli impegni di riduzione delle emissioni, a partire da un comune limite massimo consentito – e quello di Copenhagen (2009), un insieme di impegni nazionali non costrittivi e senza caratteristiche paragonabili.
Sempre secondo il Governo francese, l’accordo 2015 dovrà attuare anche un cambiamento di paradigma, prendendo in conto la sfida climatica non in quanto necessaria “condivisione del fardello delle emissioni”, ma anche come un’opportunità di creazione di posti di lavoro e di ricchezza, nonché di invenzione di nuovi modi di produzione e di consumo.
(Fonte; ambfr) da Europe Direct