Venezia, dati Camera di Commercio: segnali ancora deboli di una ripresa che (forse) arriverà
Per l'ultimo anno i dati sono relativi alla sola provincia di Venezia, dopo l'unificazione con quella di Rovigo della quale, prima in Italia, la Camera si è fatta protagonista diventando nella classifica nazionale per dimensioni la settima in assoluto.
«Il sistema Venezia tiene sui settori e nelle attività fondamentali – ha commentato il Segretario Generale, Roberto Crosta – ma la strada per la ripresa completa, pur se intrapresa, è ancora lunga».
I dati positivi sono l'arresto della diminuzione del numero delle imprese, soprattutto grazie all'insediamento nel territorio metropolitano di nuove attività commerciali il cui centro direzionale è fuori provincia, e l’aumento degli occupati. Quest'ultimo fattore mitigato dall'aumento anche della disoccupazione, segno che sempre più persone, soprattutto donne, sono tornate a cercar lavoro: solo alcune lo hanno trovato, altre restano ancora in attesa. Ma diminuisce il numero di chi è così scoraggiato da non cercare occupazione. Come a livello nazionale i nuovi contratti lavorativi sono a tempo determinato (quasi il 70%) ed aumentano sempre più (+5,8%) rispetto alle altre forme di rapporto di lavoro.
Segnale positivo della relazione è anche la tenuta dei due assi portanti del sistema-Venezia: il turismo e l'export. Nei primi nove mesi del 2014, secondo i dati provvisori dell'Istat, le imprese veneziane hanno esportato beni per oltre 3 miliardi di euro, il 7,8% dell’export regionale: però dal confronto tendenziale, si rileva un aumento delle esportazioni provinciali pari a + 0,8%, con una crescita che è inferiore rispetto al dato regionale (+2,5%) e a quello nazionale (+1,4%).
Alprimo posto sempre il comparto dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, pari al 18,2% del totale, grazie soprattutto alla crescita delle esportazioni di calzature. L’Europa si conferma la principale area di sbocco dei prodotti veneziani (67,5% dell’export) ma vede una diminuzione del proprio ruolo (-4,5%) mentre positivo è il bilancio versio l'Asia (+2,4°/o), l'America (+32,6%) e l'Africa (+5,8%).
Drastica frenata per le importazioni che segnano un -16,3%, pari a 3,5 miliardi di euro in valore assoluto, da imputarsi principalmente ad una contrazione di import di petrolio greggio. Quest'ultimo fattore ha avuto un immediato effetto sull'andamento del Porto di Venezia che ha segnato un -10,6% nel tonnellaggio delle merci movimentate ed un -6,1% nel traffico passeggeri per le mancate crociere del periodo invernale. Per l'aeroporto, calano i velivoli (-3,8%), ma aumentano i passeggeri dell'1,4% toccando quota 10,7 milioni.
Sempre bene il turismo: secondo i dati provvisori aggiornati fino al mese di ottobre, la provincia lo scorso anno ha totalizzato quasi 33 milioni di presenze turistiche, stazionarie rispetto all’anno precedente (+0,5%), e 7,8 milioni di arrivi, +1,2% su base annua.
Infine un dato sulla distribuzione territoriale della imprese provinciali il cui 32,2% si concentra nel comune di Venezia: per il 43,8% nel centro storico e per il 56,2% in terraferma. I settori per i quali primeggia il centro storico e isole sono ovviamente quelli dei servizi di alloggio e ristorazione (65,9%) e delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento (53,5°/o). Le attività manifatturiere e agricole hanno sedi equamente distribuite, mentre per tutti gli altri settori la prevalenza è in terraferma.
Mario Ongaro