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Quote latte: Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue

06/03/2015
Quote latte: Italia deferita alla Corte di Giustizia UeLo scorso 26 febbraio la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione europea per la gestione inadeguata del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte.

Questi prelievi dovrebbero essere pagati dai singoli produttori che hanno superato le loro quote latte individuali. Secondo le stime della Commissione, l'Italia dovrebbe ancora recuperare sanzioni per un valore 1.343 milioni di euro.

In seguito ai problemi di sovrapproduzione che si sono verificati nel mercato lattiero-caseario dell'Ue negli anni '70 e inizio anni '80 e al conseguente aumento dei costi d'intervento pubblico, l'Unione europea ha introdotto nel 1984 il regime delle quote latte con lo scopo di limitare la produzione e attribuire la responsabilità della sovrapproduzione ai singoli produttori e/o caseifici nazionali.

In base alle regole delle quote latte, i paesi che superano la quota annuale devono pagare una multa sulle eccedenze ("prelievo supplementare"), versata da tutti i singoli produttori che hanno superato la loro quota individuale in relazione al proprio volume di sovrapproduzione.

Dal 1995 al 2009 l'Italia ha superato ogni anno la quota nazionale di produzione di latte e ha versato alla Commissione il dovuto prelievo supplementare per un totale di 2.305 milioni di euro.

Tuttavia, nonostante le ripetute richieste da parte della Commissione, le autorità italiane non hanno adottato misure adeguate per recuperare efficacemente i prelievi dovuti dai singoli produttori/caseifici.

Tutto ciò mina il regime delle quote e falsa la concorrenza dei produttori che hanno rispettato le loro quote o che hanno preso provvedimenti per pagare i loro importi individuali del prelievo supplementare. Come sottolineato dalla Corte dei Conti italiana, questo è anche ingiusto per i contribuenti italiani.

Secondo le stime della Commissione, circa 1.752 milioni dei 2,305 miliardi complessivi non sono ancora stati recuperati. Parte di questo importo è considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni, pertanto l'Italia dovrebbe ancora recuperare sanzioni per un valore 1.343 milioni di euro.

Il deferimento alla Corte di giustizia rappresenta la terza e ultima fase delle procedure d'infrazione dell'Ue. Prima di intraprendere questo provvedimento, la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora nel giugno 2013, a cui aveva fatto seguito un parere motivato nel luglio 2014. In assenza di progressi significativi da parte dell'Italia in questo senso, il caso è stato ora sottoposto alla Corte di giustizia.Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

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