Cala la produzione di rifiuti all'interno dell'Unione europea
In tale anno, il dato si assestava a 527 chili a persona. L'ulteriore riduzione ottenuta nell'ultimo anno si aggiunge ai miglioramenti già raggiunti, permettendo così al dato individuale di scendere al di sotto dei livelli minimi risalenti alla metà degli anni '90.
Sussistono, tuttavia, forti differenze tra i paesi membri tanto rispetto all'ammontare medio di rifiuti prodotti quanto alle modalità di trattamento.
La Danimarca si pone, infatti, come maggiore produttore di rifiuti con un ammontare complessivo medio di 747 chili a persona. Seguono Lussemburgo, Cipro e Germania, anche se con un ammontare ben inferiore. Tra i 500 e 600 chili pro capite si posizionano, invece, Irlanda, Austria, Malta, Francia, Paesi Bassi e Grecia. Per quanto riguarda la popolazione italiana, nel corso del 2013 vi è stata una produzione di 491 chili di rifiuti a livello individuale. Tale dato si assesta di poco superiore alla media europea.
Al lato opposto della classifica si posizionano, invece, i paesi con la minor produzione di rifiuti pro capite.
Tra questi vi sono: Romania, Estonia, Polonia con una produzione inferiore a 300 chili a persona e Slovacchia, Repubblica Ceca e Lituania, con un ammontare superiore ai 300 chili.
Rispetto ai dati aggregati di tutti i paesi europei, nel corso del 2013 sono stati trattati 470 chili di rifiuti a persona. Le modalità spaziano dalle discariche (31% del totale), alle procedure di riciclo (28%), inceneritori (26%) e compostaggio (15%). L'ammontare combinato di rifiuti riciclati o soggetti a procedure di compostaggio è aumentato dal 18% del 1995 al 43% del 2013.
Si notano rilevanti differenze a livello unionale anche rispetto alle modalità di smaltimento.
Per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti, la Slovenia guida i paesi europei con ben il 55% dei suoi rifiuti smaltiti attraverso procedure di recupero degli stessi. Seguono Germania (47%), Belgio (34%), Irlanda (34%), Svezia (33%).
In altri paesi, al contrario, la tecnica prevalente è stata quella del compostaggio. In particolare, l'Austria ha trattato il 35% dei suoi rifiuti, i Paesi Bassi il 26%. La classifica dei paesi più virtuosi prosegue con Belgio e Lussemburgo.
Registrano i risultati peggiori i paesi che hanno fatto ricorso a discariche o inceneritori.
Rispetto ai primi, si posiziona in prima posizione l'Estonia, la quale ha smaltito il 64% dei suoi rifiuti unicamente attraverso le discariche; seguono poi Danimarca e Svezia che hanno smaltito la metà o più dei loro rifiuti attraverso tale tecnica.
L'ultimo elemento di valutazione riguarda i paesi che hanno adottato gli inceneritori quali strumenti primari o quasi esclusivi di smaltimento. Tra questi si ricordano la Romania (97%), Malta (88%), Croazia (85%), Lituania (83%) e Grecia (81%) che occupano le prime posizioni in tale ambito.
Dati incoraggianti provengono, al contrario, da alcuni paesi che hanno adottato procedure di riciclo o compostaggio per oltre la metà dei loro rifiuti urbani. In particolare la Slovenia con il 61%, l'Austria con il 59% e il Belgio con il 55%.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea